giovedì 27 maggio 2010

Sono un uomo tutto d'un pezzo!

Pensavo che il tormentone di Kakà che rimane, se ne va, ma forse resta e poi se ne va davvero fosse unico e irripetibile. E al limite capivo, al tempo, il tiramolla che consentiva al suo capo di garantirsi qualche voto in più se fosse rimasto.
Una palla indescrivibile.
Ora la faccenda si ripete con l'uomo più antipatico della terra.
- Vado al Real Madrid. No, resto. Ma sì che vado, vado a piedi...
E poi c'è il terzo. Altra pasta, altro mondo, ma stesso tiramolla. Un altro antipatico di suo.
- Vado via dalla Rai. Farò il consulente. Mica vero, rimango, troppe fughe di notizie (che vorrà mai dire...).

Pensavo di farlo anch'io.
Quando mi sento trascurato, quando divento l'ultimo pensiero per gli altri, quando l'ego smisurato che ormai abbraccia il mondo intero mi schiaccia in modo insopportabile, allora punto i piedi e faccio i capricci.
In ufficio: - Basta, se non fate quello che dico me ne vado, vi mollo qui, tutti quanti!
E nel frattempo posso mettere il muso, non salutare, essere più odioso di quello che sono già, strisciare lungo i muri...
A casa: - Uè la famiglia sarà una bella cosa, ma mi avete rotto, capito?
E dalla sera mangio in camera, dormo di giorno e lavoro di notte, mangio tutta la nutella e faccio il sacco alle lenzuola...
Oppure la mattina di una gita al lago, se piove, metto il muso al tempo e non apro l'ombrello per protesta.

Bibì mi può dare ripetizioni. Lei è un'esperta mondiale.

Un mondo di bambini, ormai.
Un mondo di faccio e non faccio.
Un mondo ormai dove nessuno è più in grado di vivere la propria vita in trasparenza.
Un mondo senza più un barlume di coerenza e di coraggio.
Come fare a non cascarci?

mercoledì 26 maggio 2010

Gioventù bastarda

Ultimo giorno di varicella.
Pilù finalmente sta smaltendo le ultime pustole, le ultime crosticine. E' idrofobo ormai, vuole uscire, tornare a scuola, giocare, correre....
Siamo a casa, con i primi caldi, e io sono alle prese con il mio lavoro.
E' pazzesco: email, skype, sms, telefonate sul cellulare, telefonate sul fisso, manca il fax ormai in disuso e il tamburo e abbiamo fatto bingo!
Pilù riesce però a trovare una breccia.
- Papàààà, sei capace di fare i cappelli di carta?
- Amore mio, tu sai che tuo papà è incapace anche di cambiare una lampadina...
- Ah ok, allora faccio io.
E comincia con carta, forbici e scotch a combinare, ritagliare, incollare, scollare, ricostruire.
Alla fine emerge con quello che assomiglia a un cappello.
Me lo cala in testa, comincia a ridere come una pazzo, indicandomi.
- Sembro un muratore, gli sussurro, ricordando l'immagine classica del muratore con il cappellino ricavato dal giornale, oggi sostituito dal più sicuro elmetto.
- E' vero, mi dice Pilù. E scoppia a ridere ancora.
Poi inclina subdolamente la testa, mi scruta, ci pensa un po' e spiattella:
- Potresti cambiare lavoro. Potresti fare il muratore.
Io lo guardo. Penso al mio schiacciamento delle vertebre e a tutti i malanni accumulati negli anni e ringrazio il cielo di occuparmi d'altro.
- Sì potrei, ma non so se è il lavoro che saprei fare meglio.
- Infatti non credo, ribatte lui. - Credo che con la testa che hai ti dimenticheresti, insieme al telefono, anche il cappello di carta.
Ok, devo incassare.
Povero Pilù deve subire quasi tutti i giorni la mia distrazione, il continuo risalire in casa per recuperare pezzi della mia vita.
E poi, a un certo punto, mi dice:
- No, non potresti proprio.
- E perché? chiedo io, sempre più risentito.
- Ovvio. Se avessi il cantiere in via Torino te ne andresti in via Novara, perché sei sempre con la testa per aria. E' meglio che non fai il muratore, papà!

Ho creato un mostro d'ironia, e ci seppellirà tutti, ne sono certo.
Quando avrà 14anni col cavolo che gli prendo il motorino!

lunedì 24 maggio 2010

Il mio nome è Bond, James Bond

Un tempo le cose si scoprivano in modo diverso.
I film anni '50 ce la raccontavano in modo delicato e divertente, all' "ammericana".
Una traccia di rossetto sul fazzoletto (ma oggi che li usa più?), piuttosto che sul colletto della camicia. Il tutto perché obbligatoriamente le signore usavano a man bassa il rossetto, sempre 'rosso fuoco ti porto via il marito'. Perché? Beh, facile, perché l'amante era la seduttrice sfascia-famiglia e anche un po' zoccola per definizione.
Poi sono arrivati gli investigatori privati. Chi aveva le possibilità economiche, si leggeva sui giornali, oppure sempre in modo romanzato nelle commedie sofisticate d'oltre oceano, chiamava il detective che con teleobbiettivi lunghi mezzo metro e travestimenti imbarazzanti, seguiva il coniuge sospettato in giro per la città cercando prove della loro infedeltà.
Oggi la tecnologia fa fare un salto di qualità anche nel settore amanti e affini. Consentendo personalizzazioni impensabili un tempo. Soprattutto alle donne.
Ce lo rivela questa straordinaria e veramente fondamentale ricerca della London School of Economics (mica il macellaio sotto casa...) che ci racconta affabilmente che le donne oggi usano la tecnologia in modo sempre più spinto per controllare, verificare e incastrare i propri mariti/compagni/fidanzati/conviventi.

Udite, udite!
Il 14% delle donne del campione intervistato ha ammesso di spiare le email del marito.
Il 13% gli sms dei telefoni cellulari.
Il 10% (questa poi!) controlla regolarmente la cronologia dei siti visitati nella rete.
E gli uomini, che fanno?
Bambascioni tonti, hanno una sindrome da Sherlock Holmes ben più limitata e discreta. E' finito il tempo del delitto d'onore o del ripudio pubblico.
Ruotano intorno al 7/8% quegli uomini che controllano siti, sms e email delle proprie compagne.
Non eccelliamo neanche in questo, ormai.
Insomma un mondo di gente che si controlla, si studia, si annusa di nascosto. Un mondo di Tom Ponzi de noantri che crede così di conservare il proprio status quo.
E i tradimenti, cosiddetti, lo sfasciamento delle famiglie, le coppie che scoppiano aumentano, in modo esponenziale, inesorabilmente.
Forse oggi bisogna scegliere tra 'divertirsi' o 'indagare'.
C'è una terza via?

Gioventù canaglia

Sarà la varicella, sarà la bastardaggine insita dei bambini, ma oggi Pilù mi ha messo veramente in crisi.
Con il suo amico, al tavolo di cucina, il primo giorno dopo la malattia, finalmente in compagnia, pallido come una colomba.
Stanno entrambi consumando un panino al latte ripieno di crema di castagne.
- Quando saremo grandi, ci mangiamo cento panini come questo, sentenzia Pilù.
- Se ne volete un altro intanto, cerco io di intervenire.
Manco mi si filano.
Il suo amico risponde: - Cento milioni con tutte le marmellate del monodo.
Questi dopo scendono in cortile a giocare, unenosi al resto delle famiglie, e vanno a dire a tutti che non gli ho dato abbastanza da mangiare.
- Se volete un biscotto, una tortina al cioccolato, un panini con wurstel e crauti, uno stinco di patate..., cerco di convincerli.
Niente di niente.
E Pilù. bastardo dentro, continua.
- Quando saremo grandi, guardandomi negli occhi, tu sarai vecchio.
- Vecchissimo, rispondo io senza abbassare lo sguardo.
- Eh sì, vecchio lo sei già ora, conclude lui.
Finiscono la loro maledetta merenda, bevono il loro schifosissimo succo, si girano e riscendono verso nuove avventure.
Io rimango solo in casa.
Solo con me stesso, con la consapevolezza, palpabile, di essere ormai al capolinea.
Che stanchezza.

sabato 22 maggio 2010

La chiesa e la sua storia


Come sempre, nella storia dell'umanità: paurosamente in ritardo.
Ecco com'è stata la chiesa cattolica, com'è oggi, come sarà in futuro.
Maledettamente e colpevolmente in ritardo rispetto al mondo, alla scienza, alla cultura dell'uomo, alla sua intelligenza.
Questa patetica cerimonia polacca che riabilita definitivamente Copernico, reo nel '500 di aver compreso, con le sue capacità analitiche e di osservazione, che la terra non era il centro dell'universo, è l'ennesima conferma dell'incapacità dell'oligarchia ecclesiasta di essere alla pari con i propri tempi.
Tralasciando naturalmente il comico concetto che quello che dice la chiesa è quello che dice un presunto dio, la storia ci mette di fronte, con periodica semplicità, le resistenze culturali, le battaglie alla scienza, i freni allo sviluppo politico e sociale, che la chiesa ha perpetuato in duemila anni, o quasi, di sua storia.
Prima tutte le battaglie allo sviluppo sociale e culturale durante il medioevo.
Poi la guerra alle scienze, dal rinascimento in poi, che cominciavano a prendere forza in un mondo oscurantista.
Poi ancora i freni politici e ideologici alle nuove ideologie che volevano liberare l'uomo dall'oppressione e dallo sfruttamento economico.
E ora le cocciute battaglie contro qualsiasi concetto e ricerca, frenando sviluppo scientifico e medicina.
Senza parlare dell'omofobia manifesta quando si parla di omosessualità, famiglia e figli.

Hanno riabilitato Copernico.
Hanno recuperato Galileo.
Hanno chiesto scusa sulla cosiddetta santa inquisizione, rea di massacri, torture, omicidi, eliminazioni di massa.
Hanno ammesso colpe di ogni genere.
Senza parlare, perché sono padre di famiglia e mi hanno insegnato a non dire parolacce, del comportamento relativo alla pedofilia nell'istituzione chiesa, e alle sue coperture e alle sue convivenze, anche nelle figure che siedono sulle poltrone più alte.

Loro prima condannano, frenano, combattono, osteggiano.
Poi riabilitano, si scusano, scansano, in media circa 500 anni dopo.
Ma non sanno una cosa.
E' il mondo intero che non riabilita più loro.

venerdì 21 maggio 2010

Gioventù ribelle

Ho visto la scheda che l'educatrice di Pilù passerà tra poco alla scuola elementare.
E' una prassi normale all'interno dello stesso comprensorio scolastico. E' stato bello scoprire questa fattiva collaborazione tra strutture di diverso livello, collaborazione che arriva fino alle scuole medie.
Pilù è già stato più volte nella scuola che frequenterà a settembre, avendo incontri con i compagni più grandi, con le maestre e prendendo confidenza con i locali e le strutture educative.
Una bella cosa, ripeto, perché vuol dire che dietro c'è qualcosa, un programma, delle finalità. E non grazie al ministro in carica.
La scheda di Pilù, pagine e pagine, comprende tutte le valutazioni di carattere psicologico, didattico, comportamentale e fisico.
Come è normale tutte le voci sono positive, tranne alcune.
Quelle che riguardano la sua capacità fisica e ginnica sono naturalmente un po' inclini a fotografare un imbranato assoluto, quale Pilù è.
E' inutile, mio figlio è un intellettuale (con tanto padre...). Corre forte, ma non è di certo un mostro di coordinazione e di forza.
Vederlo giocare a pallone (giocare è una parola forte....) è un vero spasso.
Non avendo il papà fissato del calcio come il 99,9% dei maschi nostrani, non ha alcuno stimolo da parte mia. Ma lui è veramente imbarazzante.
Ma di questo non mi preoccupo. Si sveglierà, con i suoi tempi e i suoi modi. E' imbranato, non un invertebrato incapace.
L'altro aspetto, degno di nota, è la sua cosiddetta 'mancanza di leadership', o presunta tale.
- Suo figlio non sarà mai un leader, mi ha spiattellato in faccia l'educatrice.
Io l'ho guardata malissimo, e dentro di me ho pensato che l'altro giorno, con i conteggi che ha fatto l'ha messo in una angolo!
- E cioè? chiedo io gelido come un ghiacciolo ( e dentro di me mi passano davanti tutte le lotte studentesche, anche contro i professori, 'nemico di classe').
- Pilù è uno che non ama stare in mezzo al caos. Quando si vengono a creare situazioni caotiche lui si defila, fa le cose che gli piacciono, da solo, e quindi non si mette nel gruppo dei più agitati.
Ah, questa è un'altra cosa, penso.
Pilù è uno che pensa di suo, motiva le sue scelte - sommergendo tutta la scuola di parole - e quindi non si allinea.
Insomma, un po' ribelle, non conformista. Proprio come il suo amato papà, punta di riferimento del movimento mondiale rivoluzionario per secoli e secoli di anni.
Nei prossimi giorni è stata fissata una riunione di approfondimento e di una condivisione più puntuale e meticolosa della scheda.
Se mi fa girare ancora, le occupo la scuola con un'assemblea permanente.

giovedì 20 maggio 2010

Caro (si fa per dire) elettore di destra...

... come va?
Malino eh?
Eh capisco.
Essere nel partito dell'amore e vedere tanta corruzione, tanta delinquenza, tanta concussione, tante case non vostre... crea qualche disagio.
L'arrivo del vostro caudillo di riferimento sulla scena politica, a chi orfano di punti di riferimenti ideologici e politici, sembrava cambiare il mondo della politica e della cosa pubblica.
Efficienza. Onestà. Trasparenza. Meno tasse per tutti...
Oggi non sembra proprio così, eh?
Non che prima fosse molto meglio, visto quello che è successo con tangentopoli. Ma almeno prima c'era una politica sociale, c'era molta più attenzione, c'era il rispetto dei ruoli e degli avversari.
Oggi, il partito dell'amore - o meglio il partito del fare quello che ci pare - non è altro che un associazione di interesse privati, di lobby schierate in campo per conto di qualcuno, di gruppi folti di avvocati al servizio di.
Ha due soli obbiettivi.
1- salvare il capo
2- smantellare lo stato e il 'pubblico' per distribuire ai privati tutto, ma proprio tutto.
Non te ne sei ancora accorto?
Non ti sei accorto, dipendente o imprenditore che sei, che questi signori si stanno accaparrando tutto in modo ingordo e smisurato e ci manderanno in malora?
Non ti rendi conto che ormai il malaffare è diffuso, è punto di riferimento, sia a livello locale che nazionale, e che ormai si corre solo per occupare uno spazio e farlo fruttare?

Caro (si fa per dire) elettore di destra, non ti sei ancora reso conto che pur di raggiungere questi obiettivi, si ricorre a leggi allucinanti come quello che imbavaglierà, unica al mondo tra i paesi democratici o presunti tali, la stampa e tutti i media?
Non ti rendi conto che stiamo ormai superando la curva del non ritorno?
Ma hai dei figli? Vuoi farli crescere in un paese come questo, tra battone, veline, cricche, casette agli amici, auto ai figli degli amici, chiappe e tette al vento?
Ma non senti puzza di regime dei peggiori, neanche di stampo sudamericano, ma da Re Sole, dove corruzione, belle donne, gozzovigli di ogni tipo la facevano da padrone?

Caro (si fa per dire) elettore di destra, ma è possibile che non hai più la forza di indignarti, almeno un po'? Ti va bene così?
O ti interessa solo Mourinho, Moggi, l'ultimo disco di Vasco Rossi e l'ultima puntata (sia ringraziato il cielo!!) di Lost?

Caro (si fa per dire) elettore di destra, ti svegli?
Grazie

mercoledì 19 maggio 2010

Completamente fuori asse

Io. Io sono completamente fuori asse, totalmente fuori tempo.
A cinquant'anni, nella mezza età (sigh!), si comincia a raggiungere una sorta di tranquillità.
Cito dall'articolo di Repubblica: "l'età della "curva a gomito", quando le sensazioni negative iniziano a scendere, o accelerano nel loro calo se già si stavano riducendo, è risultata proprio quella del mezzo secolo". Leggete il resto e mi dite.
Cosa c'è? Mi domandate cosa c'è?
C'è che invece di accarezzare un po' di tranquillità, di cominciare a godermi la vita con un po' più di distacco, io ho pensato bene di 'spararmi', uno in fila all'altro, due figli che mi consentiranno, salute e occhiali permettendo, di vedere un po' di luce solo quando ne avrò 70.
Una prospettiva straordinaria.
Ma era tutto calcolato, cari i miei lettori. Tutto, dettagli inclusi.
Quando uno dovrebbe riuscire a valorizzare quanto ottenuto, quando uno ha la possibilità di dedicarsi, con gradualità, a se stesso, ai propri interessi, anche al proprio lavoro con occhi diversi, io invece ho trovato il modo straordinario di prolungare la mia giovinezza.
Ovvio. I cinquantenni, in genere, se li hanno, possiedono figli dai 18 anni in su, alcuni addirittura di più.
Ora possono guardare indietro e voltarsi subito. Si possono dedicare a se stessi.
Possono essere più 'sereni'.
E quindi, invecchiare...
Io no.
A 47 anni il primo figlio e a quasi cinquanta la seconda.
Così comincio la mia seconda vita, che mi obbliga a non sedermi, a rinnovarmi in continuazione, a giocare sdraiato per terra, a cambiare i pannolini, oppure, come adesso, a rimanere a casa con Pilù per la seconda varicella nello spazio di un mese ('ben venga maggio, ben venga la rosa...' cantava Guccini, che Dio lo conservi).
E' una tattica, anzi una strategia.
Cavoli vostri, padri cinquantenni con figli grandi, alle prese solo con qualche dolore del cuore o di lavoro. Cavoli vostri genitori della prim'ora che ora dovete solo convincere i vostri figli a venire a pranzo la domenica. Il tutto mentre organizzate viaggi in giro per il mondo, in cui raccogliete quanto seminato, in cui vi godete la vita.
E intanto invecchiate, non c'è n'è.
E io no. Anzi ringiovanisco.
I capelli si fanno sempre più corvini.
I muscoli sempre più tonici.
Sembra migliorare anche la vista.
E le donne ronzano come se fossero calabroni....
E chissà quali altre sorprese....

lunedì 17 maggio 2010

Un vero casino

Drammatico è dire poco.
Ma questa notizia mi ha letteralmente schockato.
Una coppia su cinque vive insieme, ma di fatto sotto una sorta di armistizio. Sono di fatto separati - i cosiddetti separati in casa - ma continuano a convivere sotto lo stesso tetto.
Fanno vacanze separate, una vita quotidiana lontana e indifferente, hanno spesso anche un partner diverso, e vanno avanti così, senza rancor. Ma pagano a metà il mutuo, mantengono i figli in accordo.
I motivi?
Sembra che il motivo scatenante sia la crisi.
Separarsi è non solo devastante dal punto di vista psicologico e sentimentale, ma è anche una vera e propria tragedia dal punto di vista economico e finanziario.
A meno che non sei ricco, e allora il problema è solo mettersi d'accordo sulle cifre, sulle modalità, sulla gestione corrente.
Conosco famiglie che vivono insieme da decenni i cui coniugi non si rivolgono la parola da anni. Muti. Per parlare passano attraverso i figli. Allucinante.
Conosco coppie che si devastano la vita pur di non far 'chiacchierare' la gente.
Conosco uomini e donne che regolarmente, come un orologio svizzero!, litigano ogni volta che sono in compagnia, forse per avere un pubblico pagante del loro fallimento.
Conosco cose che voi umani...
Io credo che ci voglia solo dignità.
Per se stessi e per l'altro.
Lo diceva sempre mia madre, donna illuminata.

domenica 16 maggio 2010

Scatologia al potere!

I bambini sono infiniti nella loro fantasia.

Ieri Pilù, in bagno.
- Biancaaa, vieni. Non mi lasciare solo-soletto. Devo fare la cacca. Vieniiii?
Assistendo a questa forbita dissertazione tra due rappresentanti del genere umano, mi chiedevo da dove venisse tanto attaccamento a ciò che deve allontanarsi da noi necessariamente.
Quale era l'interesse scientifico che era alla base di tanta curiosità?
E poi. Era un interesse solo limitato a Pilù oppure allargato a tutta la comunità scientifica?
La risposta, puntuale, arriva oggi. Si sa la scienza non conosce sosta, la ricerca non può fermarsi. Altro che domenica...
BiBì ha occupato il 'gabinetto' scientifico. E da lì lancia proclami e invita i colleghi a continuare la ricerca.
- Andreaaaa, vuoi venire a vedere la mia cacca?
E lui puntuale, attento, con il piglio del cattedratico navigato, si avvicina, controlla, valuta e alla fine approva.

venerdì 14 maggio 2010

Il mio Galileo

Oggi l'educatrice di Pilù ha raccontato questo episodio a mia moglie.

Ieri era giorno di compleanno di uno dei compagni di classe di Pilù.
Come consuetudine, il festeggiato, porta a scuola per i suoi compagni un sacchettino con caramelle, cioccolatini e quanto di più dolce e immangiabile, per condividere la ricorrenza.
In classe si canta 'Tanti auguri a te', si fa un po' di casino diffuso e via così.
Durante la festicciola viene distribuita questa confezione casereccia per la gioia dei bambini e di tutti i dentisti del regno.
Tutto normale, nessuna suspense, nessun delitto.
Ieri d'incanto, ma forse è sempre così, sembra che sia comparsa una delle persone che lavora nella scuola che, forse scherzando o forse seriamente, ha avanzato l'esigenza irrefrenabile di avere anche lei un sacchettino con dolci e schifezze varie. Magari è parente di un dentista in crisi di fatturato...
L'educatrice, giustamente, le risponde che dovrà aspettare.
- Devi attendere, le ha risposto, perché non so se ne avanzerà uno. Prima i bambini, eh?, conclude con un po' di risentimento.
Pilù, detto il ficcanaso, a quanto pare assiste alla scena.
Non dice niente e si ritira in buon ordine.
Passano dieci minuti però e, lemme lemme, si avvicina all'educatrice e chiosa:
- Guarda che glielo puoi dare.
- Prego? gli fa lei, ormai dimentica dell'episodio.
- Il sacchettino alla signora glielo puoi dare. Noi siamo in 19. Più te e l'altra maestra fanno 21. E i sacchettini sono 25. Ne avanzano quattro. Che se li dai a questa, a quella e a quell'altra ancora, ne avanza sempre uno che puoi dare alla signora.
L'educatrice - una di quelle signore non di primissimo pelo e a contatto con il mondo della scuola e dei bambini da decenni - strabuzza gli occhi e si allontana balbettando un 'Grazie!'.
La sera a casa, ci ha raccontato, spiattella tutto al marito che, ridendo come un pazzo, suggerisce di non iscriverlo alla prima classe l'anno prossimo ma, meglio!, alla Normale di Pisa.
Pilù sarà imbranato a giocare al calcio. Meglio, imbranatissimo.
Ma il cervello ce l'ha fino. Fino a tagliare.
Bravo Pilù!

Nell'immagine a fianco, Pilù entra nello studio di Galileo Galilei per confutare alcune tesi astronomiche viziate, secondo lui, da qualche errore di impostazione. Il maestro non pare prenderla bene e sembra chiedere aiuto con il cellulare...

giovedì 13 maggio 2010

Guerra becera

C'è un certo non so che di patetico in questo articolo di Repubblica.
Per due motivi principali.
E uno in contrasto, o all'opposto dell'altro.
Aldilà del valore statistico delle cifre riportate, illustrare il gettito fiscale alle casse dello stato da parte delle singole regioni è fuorviante, anche perché chi è più ricco dà di più, e chi invece arranca di più contribuisce meno.
Inoltre, in un'ottica di stato unitario, fare queste distinzioni suona perlomeno stonato. Se invece si vuole cavalcare il presunto federalismo, la delocalizzazione e la regionalizzazione a tutti i costi, è chiaro che questi dati sono necessari e non di certo sufficienti.
Il secondo motivo è più polemico ancora.
Se vuoi raccontare questi dati (che dimostrano soprattutto che la Lombardia ha un saldo positivo tra quello che ha e quello che riceve di oltre 42 miliardi di euro, mica paglia!), è inutile che si cerchi di edulcorare il dato dicendo che anche il Lazio fa altrettanto, sebbene in misura minore.
E' sbagliato nel merito.
Se dài i dati li dài per quello che sono. E infatti è sbagliato darli, almeno in questo modo.
Ma siccome i dati ti danno fastidio, allora li rivolti, cerchi di interpretarli, a tuo uso e consumo di giornale della capitale.
Sbagliato, stupido e soprattutto perdente.
In questo modo si dà il fianco al peggiore dei leghisti che dice, candido e con la bocca sporca di casseola:
- T'è vist? Sempre noi. Noi foraggiamo tutti!
Il problema è che è vero, ma soprattutto giusto, in una visione di stato unitario, solidale e collaborativo.
Ma l'articolo, che vuole sfatare i miti leghisti di 'Roma ladrona', non si accorge che a questi dati, se li vuoi dare, non comprende alcun commento, intelligente, analitico e soprattutto politico.
Ormai è una guerra tra parrocchie e nulla più.
Una patetica lotta tra chiesette di provincia.
E la politica, è sempre più lontana, piccina, ormai invisibile...

mercoledì 12 maggio 2010

Donna tigre contro uomo bradipo

Oggi si prendono le parti. Oggi ci si schiera. Oggi si cerca di ritrovare un minimo di orgoglio.
Domani si rientra nei ranghi.
Il tutto per riaprire, poco poco, il dibattito.
Gli uomini sono ormai massacrati!!!
E' una fiera degli insulti, dell'impallinamento: ed è ormai una consuetudine.
Insopportabile.
Con un salto di qualità, però, rispetto al passato.
Prima le critiche erano fondamentalmente basate sullo strapotere maschile, sulla sfruttamento dell'uomo sulla donna, sui ruoli nel mondo professionale, sulle carriere, sui ruoli in casa, i figli, la famiglia, il sesso...
Insomma maturava, per fortuna, una critica che, partendo dal sociale, dalla politica, dal mondo reale, metteva l'uomo sul palco degli imputati come 'nemico' della parità. L'uomo come strapotere sociale ed economico che, come tutti i 'dittatori', cercava in tutti i modo di conservare i propri privilegi e coltivava, in modo scientifico, tutti i metodi per garantirsi il futuro in un'ottica di privilegio sessuale.
A un certo punto le donne, e qualche uomo illuminato, l'hanno capita.
E' nata la coscienza delle donne, sono nati i movimenti femministi, si è aperto il dibattito. Si è aperta la lotta, aspra. E, piano piano, si sono scardinati, alcuni di più e alcuni di meno, i credo, le culture, le consuetudini, le sostanze malate.
La donna è avanzata sul piano sociale, ha conquistato spazi, ha sbaragliato la realtà di tutti i giorni.
Oggi?
Niente di tutto ciò.
Il problema, oggi, è che l'uomo è visto come un concentrato di inettitudine, di immobilismo, di debolezza, di paraculismo, di insulsaggine.
Oggi siamo di fronte a donne dinamiche e attente, che vedono i loro compagni semplici giocatori di playstation e di calcetto.
Oggi dobbiamo confrontarci con un'immagine di uomini che preferibilmente vivono in famiglia fino a 92 anni, e si fanno fare il sugo e lavare le camice dalle loro mamme sempre presenti e iper-apprensive.
Incapaci di assumersi le proprie responsabilità, bambocci.
E allora?
E allora basta, per la miseria.
E' ormai a uno sport nazionale. Sparare sull'uomo, sul maschio, su tutto quanto rappresenta.
E' possibile che siamo arrivati a tanto?
E' possibile che non si salvi più nessuno?
Bambocci, difendetevi; e soprattutto svegliatevi!!

martedì 11 maggio 2010

Cambia canale, dai!

Qualcuno di voi ricorda il film con Sharon Stone e William Baldwin dal titolo Sliver?
La storia di un condominio in cui la protagonista casca dopo il divorzio e in cui il padrone di casa sorvegliava tutto e tutti con telecamere. Vista la protagonista, il sesso la faceva da padrone. Il film era mediocre, 'sollevato' appunto dalla sua sua avvenente star, al tempo in piena successo dopo Basic Instinct.
Oggi, se è ancora necessario, ci viene confermato che il cinema talvolta precorre la realtà, e anche che la fantasia talvolta supera a sinistra la realtà diventando pazzia pura.
Ecco cosa ci racconta Repubblica oggi.
Un proprietario di alcuni appartamenti, esperto in sistemi di video sorveglianza, aveva sistemato alcune micro-telecamere nelle stanze da letto per assistere, comodamente in poltrona, alle performance sessuali, e non, degli affittuari.
La cosa andava avanti da tempo ed è stata scoperta per caso durante una riparazione elettrica.
Credo che sia meglio, d'ora in avanti, controllare con attenzione non solo lo sguardo del proprio padrone di casa, ma anche l'impianto elettrico, il citofono, l'asciugacapelli, la pentola a pressione e la doccia.
I piccoli agenti del Mossad crescono, e la tecnologia viene loro incontro con una miriade di giocattolini che soddisfano la loro morbosa voglia di guardare.
Guardare e non toccare.
Una filosofia di vita che non ho mai apprezzato e che non ho mai capito. Ho sempre preferito e pensato, al limite, il contrario.
Ma si sa, le perversioni della mente sono infinite, come le strade del signore!

lunedì 10 maggio 2010

L'antiaging ci mancava

Eh sì, mancava proprio.
E anche tutti gli 'ing' relativi a quella che un tempo si chiamava chirurgia estetica, piuttosto che plastica.
Ma non è un problema semantico, ma di sostanza.
A sentire questa ricerca effettuata dalla Società di medicina estetica, cresce, soprattutto nell'età, la quantità di persone che richiedono interventi estetici a livello chirurgico.
Quindi ragazzi o giovani che ricercano la perfezioni al posto di presunti difetti; uomini e donne mature che si tolgono pance, rifanno seni e glutei.
E ora anche gli ultra cinquantenni, sessantenni e anche oltre i settanta che ricercano una sola cosa: la passata giovinezza, che si è fuggita tutta via!
E tutto bene, intendiamoci.
Ma c'è un ma.
Quando incontriamo una ragazza, che ne so, di 18/20 anni che si è rifatta le tette non ce ne accorgiamo. Oppure ci accorgiamo solamente perché sono state rifatte talmente bene, da far cascare l'occhio.
Quando vediamo un quarantenne, aitante e atletico, che si è aspirato (che brutta roba!) mezza pancia e che fino a cinque minuti prima era un panzone gigantesco, non ci domandiamo come si mantenga in forma. Al limite buttiamo l'occhio, sì anche noi maschietti!, solo per l'invidia furibonda che ci nasce dentro.
Ma quando vediamo una persona anziana con questi visi tirati come le corde di una racchetta da tennis, quegli occhi che rasentano la più classica forma a mandorla asiatica, quando li incontriamo, sempre più spesso, vittime di operazioni mal riuscite con pezzi che cascano, cicatrici, occhi sghembi e orecchie da Dumbo, beh qualche domanda si fa strada.
Io non ho niente contro gli interventi estetici.
Fa parte di quella sfera personale che non mi riguarda. Ognuno fa per sé. E' come il sesso. Sotto le lenzuola ogni coppia (di qualsiasi tipo) fa quello che vuole. Unica condizione è che i 'contendenti' siano d'accordo. Nessuna imposizione.
Ma se consideriamo soprattutto la conseguenza psicologica di tali interventi, beh allora certi risultati invece di dare benessere portano automaticamente al suicidio. Oppure all'infarto ogni volta che ci si guarda allo specchio.
A un certo punto, penso, non c'è più niente da fare.
Accettarsi è l'unica strada. Per vivere sereni.
E per non spaventare i miei bambini in libreria, come l'ultima volta.

domenica 9 maggio 2010

Ecco il conto!

Ci sono giornate che ti sbattono in faccia tutto il lato oscuro della vita. Nonostante tu non voglia.
Ci sono giornate che ti presentano il conto, che sono una doccia gelata in faccia, che ti risvegliano.
Oggi il tempo presenta il suo conto.
Da mio padre in continua e crescente difficoltà - e a mio fratello che non si rassegna al suo invecchiamento.
Da mia figlio che mi dice 'che non ce la fai, papà, a pedalare perché sei vecchio' - la famiglia del Mulino Bianco stamattina era in gita ciclistica appassionatamente - alla vista di un uomo, più o meno della mia età, accasciato sul marciapiede vittima di un malore, circondato dai soliti curiosi morbosi e in attesa dell'ambulanza.
Difficile oggi, dopo una notte già non particolarmente edificante.
Più cerchi di mantenerti a galla, più accarezzi un continuo e costante riscatto nei confronti dell'orologio che scandisce i suoi attimi, e più c'è una forza oscura che ti risbatte indietro, facendoti assaggiare qual è la realtà.
Faticoso, molto. Un sapore amaro difficile da digerire.
Il tempo fugge, velocissimo.
Ma avanti così, cercando di leggere i timidi segnali positivi.
Uno fra tutti questo.
Chi meglio di uno degli odiosi fratelli Gallagher può raccontare i Beatles?

sabato 8 maggio 2010

Della serie 'chissenefrega'!

Con un po' di tempo, si può fare una lettura di giornali e siti con maggiore attenzione.
E non so se è un bene.
E' un po' come controllare se una casa è stata pulita bene oppure no. Se uno si limita a una superficiale supervisione, in genere, conclude che il lavoro è stato fatto bene. Se comincia a guardare sotto il tappeto, sposta i libri, controlla sotto i letti, il più delle volte, ha una profonda delusione.
Così quando si legge il giornale.
Nella corsa a ostacoli di tutti i giorni, il tempo per l'informazione è limitato. Quindi si recupera nel week end, anche perché è lavoro.
E quindi è nel fine settimana che ci si rende conto della pochezza, di quante notizie siano inutili nella sostanza alcune e assolutamente insulse e politicamente odiose altre.

Guardate qui. Passatemi la spocchia; oggi sono più snob di un principe britannico.

1 - Una è questa. Vince il primo premio, assoluto con distacco.
E' nella categoria inutile, insulsa, politicamente odiosa e anche 'che palle, ma fai quello che vuoi'.

2 - Questa è il tormentone degli ultimi giorni. Sconcertante, discriminatoria, e numero uno nella classifica '... e comunque sono solo affari loro, non trovate?'. Dio, che mondo!

3 - Senza parlare di questa. Al di là dell'"eleganza" dei tifosi, ma come è possibile arrovellarsi da giorni su questa cosa, mentre l'unica vera risposta sarebbe una sonora squalifica dagli organi competenti? Non sarebbe un messaggio chiaro anche contro la dilagante violenza degli stadi? E invece? C'è anche qualcuno che fa i sondaggi... E Napolitano non ha meglio da fare che pronunciarsi? Tutte le domeniche, da oggi, dirà la sua sui fallacci dei calciatori tonti, tatuati e velinati?

4 - Ecco l'esempio di dove sta andando un paese e la sua informazione. Anni che ce la menano con questi imbecilli cascati, non si sa come e perché, su un'isola (dei famosi o degli sfigati?). Misteri, apparizioni, gente che viene e gente che va, e chi ne ha più ne metta. Ora siamo alla fine, sembra. E questi rompono l'equilibrio e l'attesa. E allora?

5 - Questa è l'ultima e vince la palma d'oro delle cretinate. Nel paese della giornata della mamma, e chiedo scusa alle mamme!, nel paese del mammismo estremo e militante, nella nazione dove ci sono più canzoni sulla mamma che votanti di Rifondazione, c'è ancora qualcuno che fa finta di analizzare il 'fenomeno sociale' cercando di aprire il dibattito. Ormai tutto è 'ti piace?' o ' non ti piace?'...

Aiutooooo!

venerdì 7 maggio 2010

Uno schifo oltre il limite

Allora qualcuno mi deve spiegare come si può vivere in questo paese.
Non ci hanno venduto che il paese è allo sbando ed è insicuro perché invaso da milioni di cattivi esseri?
Non ci hanno detto che il problema numero uno era la sicurezza?
Bene.
Oggi dopo la visita, positiva, dalla pediatra con BiBì (che tra l'altro ha urlato per tutto il quarto d'ora in cui siamo rimasti dalla 'molto interessante' sostituta della sua pediatra), mi precipito ai giardini vicino alla scuola di Andrea.
Abbiamo mezz'ora da riempire prima che esca.
Si gioca, si sale sullo scivolo, sull'altalena, si corre... le solite cose.
A un certo punto, nel bel mezzo del campo giochi, pienissimo di mamme e bambini, mi casca l'occhio su una panchina popolata da tre loschi figuri in evidente stato di alcolismo diffuso.
Dopo un po' sfoderano una bella bottiglia di rosso e cominciano a bere, evidentemente ubriachi, così in modo impune.
Tutti li guardano, tutti commentano, ma naturalmente il popolo dei forcaioli è un popolo, come sempre, di pavidi mollaccioni che sono solo capaci di abbaiare e mai mordere.
Allora io mi avvicino e chiedo a queste schifezze umane di spostarsi su una panchina lontano dai bambini.
Anche quasi gentilmente.
Il classico cattivo del gruppo si alza e mi dice che sono io che devo andarmene.
Tutti gli altri in giro zitti, occhi bassi, sembrava di stare a Corleone.
Io mi arrabbio e urlo che chiamo la polizia, e questo si mette a ridere.
Io devo andarmene a prendere Pilù, non posso stare ancora molto tempo.
Ma grazie alla potente tecnologia cellulare cerco di chiamare le forze dell'ordine, almeno per convincere queste merde ad allontanarsi. Mica per vedere il sangue.
Ci credete? Non sono riuscito a parlare con nessuno.
Il commissariato di zona non risponde!!
Il 113 neanche, ammesso che funzioni ancora.
E in mezzo a questi tentativi le tre fecce mi guardavano ridendo e indicandomi come il pazzo del villaggio.
Sono tornato a casa, frustrato, inutilmente incavolato e con la consapevolezza che la prossima volta prendo i miei figli e me ne vado. Punto.
E tutti gli altri miei concittadini, maggioranza di leghisti alla caccia dello straniero con la bava alla bocca e per il resto votanti della casa (di Scaiola) della libertà, che si fottano, pavidi uomini e donne in grado solo di fare la voce grossa dietro un paravento che li protegge.
Non sanno neanche difendere i loro dritti più banali, la legalità più spiccia.
Sennò perché voterebbero per l'opposto della legalità?

Bambini e salotti

Io non so se dipende dal fatto che i tempi sono cambiati.
Oppure dal fatto che i bambini vivono in una famiglia in cui si legge, si fa attenzione a come si parla, si studia, si pensa.
Io comunque quando ero piccolo come BiBì mi sognavo di dare risposte come quelle che mi propina lei senza fare un plissé.
Un tempo, se non si voleva mangiare, si facevano scene, si mimavano finti malesseri, si organizzavano vere e proprie performance teatrali tragiche pur di non ingurgitare la tanto odiata carne, o peggio ancora, il nemico dei nemici: la minestra.
Oggi secondo giorno full immersion con la sorella di Pilù.
La varicella sembra regredire e oggi abbiamo il controllo dall'odiata - BiBì non la sopporta - pediatra.
Mi vedo malissimo.
Speriamo che possa ritornare al nido lunedì perché sennò il problema organizzativo diventerà di difficile soluzione. Naturalmente, poi, comincerà il conto alla rovescia per Pilù...
Comunque, stamattina, siamo usciti un po' per il quartiere a comprare il pane e il giornale. A parte qualche sosta non programmata, siamo rientrati in casa con BiBì che mostrava una certa fame.
Comincio la 'vendita' dei migliori piatti del mio 'essenziale' ristorante.
- Vuoi la pasta?
- Bleah!
- Vuoi il pomodoro e un po' di formaggio grana?
- Bleah!
- Vuoi i ravioli?
- Bleah e poi li ho mangiati ieri sera, aggiunge con rimprovero.
- Vuoi l'uovo strapazzato?, cominciando a pensare di farle fare la stessa fine...
- Puah!
- Insomma, non mi avevi detto che avevi fame?
- Niente, non voglio niente. Ho la varicella io sai, signorino?
Io sgrano gli occhi. Signorino a me? Due matrimoni sulle spalle e una radicata e innata allergia alla condizione di single? Ma poi da dove le vengono?
E continua.
- Non ho voglia di mangiare niente, in questa giornata brutta e difficile - e intanto guarda fuori dalla finestra in cui compare l'ennesimo scroscio tropicale della settimana.
Due anni e mezzo, ok?
Un povero papà, di oltre cinquant'anni, di sinistra, in questo paese allo sbando, con due figli piccoli e una crisi economica che taglia le caviglie tutti i giorni, cosa può fare?
Cosa può pensare?
Cosa può dire?
Si accettano suggerimenti.
Io mi sono versato un bicchiere di Valcalepio, rosso, corposo...

giovedì 6 maggio 2010

Up

Come tutti gli uomini con un po' si senno, anch'io vivo le mie altalenanze umorali. Un tempo le negavo al mondo e a me stesso, ora ci convivo, più o meno serenamente.
Oggi nonostante la sosta forzata a casa per accudire lo Squalo nr. 2, BiBì, in piena gestione della sua amata varicella, potrei sollevare il mondo.
Non che sia successo nulla di particolare. Oppure sì.
Proprio stare solo a casa con quella furia di mia figlia, mi fa percepire con estrema chiarezza quali sono le priorità, quali sono i miei obbiettivi, quali sono le reali necessità.
Io devo passare sempre più in secondo piano a totale favore dei miei figli.
Loro hanno bisogno di me, molto di più del mondo intero, che comunque, disastro dopo disastro, va avanti per conto suo.
Ai miei figli, oltre garantire cibo e un tetto, devo procurare fiducia, amore, sensatezza, equilibrio, tranquillità, senso critico, comprensione, idee, rispetto...
Insomma un lavoro a tempo pieno.
Facendo attenzione, con tutto questo, di rispettare a mia volta i loro voleri, le loro ambizioni, le loro idee.
Tutto il resto passa in secondo ordine.
Troppo spesso mi dimentico di questa 'missione' del padre. Troppo spesso.
L'importante è riportare, periodicamente, la barra al centro, riprendere la rotta.
Per non sbattere contro gli scogli.

mercoledì 5 maggio 2010

Down

E' sempre più difficile trovare un po' di serenità.
Oggi si passa di guaio in guaio, di difficoltà in difficoltà, senza riuscire a trovare un po' di pace, tranquillità.
Ormai tutto è complicato, quasi insormontabile.
Le provi tutte, per superare l'ostacolo.
Lo affronti.
Lo scavalchi.
Lo aggiri.
Lo rigiri.
Lo fronteggi.
Lo eviti.
Fai finta che non esista.
Ma lui è sempre lì, granitico, a gambe aperte e braccia sui fianchi.
Immobile.
La vita, in alcuni momenti, è un muro insormontabile.
E' un dibattito tra sordi.
E' una porta che si chiude.
E non abbiamo la chiave.
L'abbiamo persa?

martedì 4 maggio 2010

Uno tzunami ci seppellirà!

A parte tutto il caos politico, giudiziario, sociale, economico.
A parte le dimissioni di un ministro che, dimettendosi dice che qualcuno gli ha comprato la casa a sua insaputa - veramente, questi non hanno fondo!! -, il casino vero e unico e sbalorditivo e impensabile è un altro.
BiBì ha la varicella.
Sembra che a Milano in questo periodo ci sia una vera e propria epidemia.
Prima un brufolino (sabato), poi qualche macchiolina (domenica) - "ma no dài, ha mangiato le fragole!! "-  poi lunedì finalmente un'esplosione di macchie rosse su tutto il corpo.
BiBì era stata menosa per tutta la settimana, e sicuramente perché stava 'incubando'.
E io che mi sono arrabbiato con lei più volte, come sempre senza alcuna pazienza, senza comprendere.
E' difficile, almeno per me, essere conciliante con una bambina che per un'ora va avanti a urlare, a strillare, a piagnucolare. Mia moglie è straordinaria in questo senso. Ma si sa le mamme...
Avessi una villa mi trasferirei al piano di sopra, o nella orripilante tavernetta. Chiuderei la porta, i Beatles a manetta, un libro e chi s'è visto s'è visto.
Comunque ora il casino è organizzativo, visto che non esistono backup e nonni che ci possono venire in aiuto.
E BiBì, dopo le scenate che le ho fatto settimana scorsa, mi gira alla larga, un po' offesa e un po' timorosa.
Mi guarda con il broncio. E ogni volta che cerco di avvicinarmi, di giocare con lei, di darle un bacio, lei mi allontana. In compenso, nonostante la malattia, continua a essere una forza della natura, a massacrare suo fratello, a dettare legge nel villaggio.
Pilù, in compenso, protesta perché LUI non ha a varicella, e gli tocca andare a scuola. Menoso più che mai.

I maschi sono destinati a scomparire.
Le donne hanno una marcia in più.
E BiBì salta in testa al povero Pilù.

lunedì 3 maggio 2010

Quella bestia di uomo

Questa ricerca sulla capacità di orientamento, in fondo, è un'indicazione di carattare sociologico- filosofica molto più profonda di quanto appaia.
Ricapitoliamo.
La ricerca, dopo anni di raccolta dati e grandi analisi comportamentali, e tirando in ballo anche il pleistocene, di fatto ci racconta due cose.
Che le donne, quando non sanno o quando affrontano un percorso - di qualsiasi tipo - ignoto si documentano. Hanno l'umiltà di ammettere, almeno verso se stesse, che non sapendo è meglio prima informarsi.
L'uomo, invece, presuntuoso e nato imparato, si affida al suo fallace istinto con la consapevolezza di sapere tutto e di non sbagliare mai.
E infatti se chiedi a una donna di guidarti verso una certa meta, cartina alla mano e magari mentre tu guidi, in genere ti ritrovi nel fosso se non peggio.
Se invece ti affidi ai ricordi, al tuo senso innato di cacciatore che si sapeva muovere con grande decisione nei più pericolosi meandri delle foreste preistoriche, se ascolti la 'tua' voce della storia, allora ti perdi lo stesso.
Un piattume generalizzato.
Ma come spesso capita, in queste cose l'uomo ne esce con le ossa rotte. Istintivo e ignorante, presuntuoso e 'bestia'. Le donne invece metodologiche, analizzatrici, attente e intelligenti.
La solita storia.
Ormai è un disco rotto.
Vuoi vedere che è la verità?

domenica 2 maggio 2010

2 maggio

Il suo sorriso.
Le sue carezze.
Il dialetto.
Il suo amore.
Il risotto giallo.
I suoi libri.
Le sigarette fumate al tavolo leggendo.
Il saluto dal balcone in montagna.
La depressione.
La malattia.
Il vuoto.

Ciao.

sabato 1 maggio 2010

Gualtieri Marchesi crescono

Dialogo tra Pilù (cinque anni e mezzo) e il suo amico Manfredi (quasi cinque).
Tema: il cibo.
- A me piace tantissimo il salmone, dice Manfredi.
- Anche a me piace tantissimo, aggiunge Pilù.
- Sì ma a me crudo, ribatte l'amico.
- Ah, ti piace il sushi?, fa Pilù.
- No, sashimi, è senza riso, gli risponde.
- Ah certo, chiude mio figlio.
E poi continuano a giocare, così, come se nulla fosse.
Rob de' matt!

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...