Come tutti gli uomini con un po' si senno, anch'io vivo le mie altalenanze umorali. Un tempo le negavo al mondo e a me stesso, ora ci convivo, più o meno serenamente.
Oggi nonostante la sosta forzata a casa per accudire lo Squalo nr. 2, BiBì, in piena gestione della sua amata varicella, potrei sollevare il mondo.
Non che sia successo nulla di particolare. Oppure sì.
Proprio stare solo a casa con quella furia di mia figlia, mi fa percepire con estrema chiarezza quali sono le priorità, quali sono i miei obbiettivi, quali sono le reali necessità.
Io devo passare sempre più in secondo piano a totale favore dei miei figli.
Loro hanno bisogno di me, molto di più del mondo intero, che comunque, disastro dopo disastro, va avanti per conto suo.
Ai miei figli, oltre garantire cibo e un tetto, devo procurare fiducia, amore, sensatezza, equilibrio, tranquillità, senso critico, comprensione, idee, rispetto...
Insomma un lavoro a tempo pieno.
Facendo attenzione, con tutto questo, di rispettare a mia volta i loro voleri, le loro ambizioni, le loro idee.
Tutto il resto passa in secondo ordine.
Troppo spesso mi dimentico di questa 'missione' del padre. Troppo spesso.
L'importante è riportare, periodicamente, la barra al centro, riprendere la rotta.
Per non sbattere contro gli scogli.
giovedì 6 maggio 2010
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