lunedì 24 maggio 2010

Gioventù canaglia

Sarà la varicella, sarà la bastardaggine insita dei bambini, ma oggi Pilù mi ha messo veramente in crisi.
Con il suo amico, al tavolo di cucina, il primo giorno dopo la malattia, finalmente in compagnia, pallido come una colomba.
Stanno entrambi consumando un panino al latte ripieno di crema di castagne.
- Quando saremo grandi, ci mangiamo cento panini come questo, sentenzia Pilù.
- Se ne volete un altro intanto, cerco io di intervenire.
Manco mi si filano.
Il suo amico risponde: - Cento milioni con tutte le marmellate del monodo.
Questi dopo scendono in cortile a giocare, unenosi al resto delle famiglie, e vanno a dire a tutti che non gli ho dato abbastanza da mangiare.
- Se volete un biscotto, una tortina al cioccolato, un panini con wurstel e crauti, uno stinco di patate..., cerco di convincerli.
Niente di niente.
E Pilù. bastardo dentro, continua.
- Quando saremo grandi, guardandomi negli occhi, tu sarai vecchio.
- Vecchissimo, rispondo io senza abbassare lo sguardo.
- Eh sì, vecchio lo sei già ora, conclude lui.
Finiscono la loro maledetta merenda, bevono il loro schifosissimo succo, si girano e riscendono verso nuove avventure.
Io rimango solo in casa.
Solo con me stesso, con la consapevolezza, palpabile, di essere ormai al capolinea.
Che stanchezza.

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