giovedì 27 maggio 2010

Sono un uomo tutto d'un pezzo!

Pensavo che il tormentone di Kakà che rimane, se ne va, ma forse resta e poi se ne va davvero fosse unico e irripetibile. E al limite capivo, al tempo, il tiramolla che consentiva al suo capo di garantirsi qualche voto in più se fosse rimasto.
Una palla indescrivibile.
Ora la faccenda si ripete con l'uomo più antipatico della terra.
- Vado al Real Madrid. No, resto. Ma sì che vado, vado a piedi...
E poi c'è il terzo. Altra pasta, altro mondo, ma stesso tiramolla. Un altro antipatico di suo.
- Vado via dalla Rai. Farò il consulente. Mica vero, rimango, troppe fughe di notizie (che vorrà mai dire...).

Pensavo di farlo anch'io.
Quando mi sento trascurato, quando divento l'ultimo pensiero per gli altri, quando l'ego smisurato che ormai abbraccia il mondo intero mi schiaccia in modo insopportabile, allora punto i piedi e faccio i capricci.
In ufficio: - Basta, se non fate quello che dico me ne vado, vi mollo qui, tutti quanti!
E nel frattempo posso mettere il muso, non salutare, essere più odioso di quello che sono già, strisciare lungo i muri...
A casa: - Uè la famiglia sarà una bella cosa, ma mi avete rotto, capito?
E dalla sera mangio in camera, dormo di giorno e lavoro di notte, mangio tutta la nutella e faccio il sacco alle lenzuola...
Oppure la mattina di una gita al lago, se piove, metto il muso al tempo e non apro l'ombrello per protesta.

Bibì mi può dare ripetizioni. Lei è un'esperta mondiale.

Un mondo di bambini, ormai.
Un mondo di faccio e non faccio.
Un mondo ormai dove nessuno è più in grado di vivere la propria vita in trasparenza.
Un mondo senza più un barlume di coerenza e di coraggio.
Come fare a non cascarci?

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