martedì 10 settembre 2024

Inspiegabile?

- Sto leggendo un libro.
- Sai che novità, mi risponde l'altro.
- Ma sì, era solo un modo di dire per introdurre quello che mi ruota nella testa, da giorni.
- E sarebbe? Quale libro? Cos'è che 'ruota'? 
- Sono solo all'inizio, ma basta quello per mettermi sottosopra.
- La fai lunga. Titolo? Autore?, ribatte polemico.
- 'Questa sinistra inspiegabile a mia figlia' di Marco Revelli. Einaudi.
- Titolo esaustivo. Dovresti fermarti lì, dice già tutto, non ti pare? Anche per tutelare la figlia, in fondo ha solo diciassette anni e non ha ancora fatto così del male nel mondo.
- Simpatico...comunque, ho letto per ora solo poche pagine, e le sensazioni e i pensieri sono già forti, dolorosi.
- Come la fai lunga. La sinistra non esiste più, gli ideali che la fondarono sono ormai morti e soprattutto sconfitti, il denaro e l'ignoranza, e tutto quanto gli sono a valle, hanno vinto. Punto e senza a capo.
- Non voglio entrare in questa discussione. Non ora almeno. Come ti dicevo sono solo a poche pagine, ma quello che più mi angustia è a seguito di un passo. 
- Non vorrai mica leggermelo? Ti prego, anch'io tengo famiglia e tutto è già complicato, c'è il mutuo da pagare...no il passo del libro no!, continuo lo spiritoso.
- Ma falla finita. Senti qua, dichiaro assertivo e autorevole. E comincio a leggere, ormai sono dottore, so anche leggere...
"Quelle idee, quei 'valori' come pomposamente amiamo chiamarli, quegli stilemi e quel 'modello di vita' che ha respirato in casa e che l'ha segnata (si riferisce alla figlia) come una sorta d'imprinting - mi rinfaccia - l'hanno resa 'infelice'. Diversa e separata dagli altri e dalle altre della sua età, che vivono 'altrove', in un pianeta diverso dall'isola incantata delle buone intenzioni su cui noi l'abbiamo spiaggiata. Quel lessico familiare imparato dalla prima infanzia - prova a spiegarmi - ha creato barriere anziché abbatterne, persino rispetto a quei 'diversi reali' che venivano da altri paesi, con altre madrelingua, ma che avevano comunque aspettative, priorità, 'visioni' diverse rispetto alle sue, considerate anche da loro bizzarre, nel migliore dei casi 'vecchie', mentre spesso quello che li muoveva era la voglia, e il piacere, di 'essere come tutti'. 
Mentre concludo la mia dotta lettura, mi viene in mente, grazie alle ultime parole, improvvisamente, un altro libro, di Francesco Piccolo, 'Il desiderio di essere come tutti' proprio sulla 'necessità' e il desiderio, finalmente a quanto pare!, di essere 'normali', e, aggiungo io, non più comunisti. Una sorta di irritabile retromarcia. Ma problemi suoi.
Il mio interlocutore, che ha fintamente russato per tutta la lettura per ostentare una noia oltre misura, mi guarda esterrefatto e con ironia poco elegante mi domanda:
- Cioè, anche tu avresti 'condannato' tua figlia - e anche suo fratello, intendiamoci, non è certo una discriminazione di genere - a vivere una vita fatta di domande continue, di mettere in discussione tutto, di essere diversa dagli altri, di cercare un mondo 'migliore', di...
Lo blocco stringendogli un braccio.
- E' quello che mi sto domandando, da giorni. Io ho le mie convinzioni, che hanno segnato la mia vita, personale e professionale e soprattutto ideologica e politica. E ho 'patito' sulle mie spalle questa sorta di 'diversità', di scelte difficili e di rinunce alle vie facili. 
- Ti fai passare come un santo..., risponde sempre più velenoso.
- Ma piantala. Io i miei errori, le mie sbandate, i miei cedimenti sulla 'linea' li ho avuti, eccome. Ma i capisaldi sono rimasti inalterati e gran parte delle scelte - quelle fondamentali - che ho fatto nella mia vita lo dimostrano. Il resto sono chiacchiere. 
- Quindi?
- Quindi, la domanda che mi faccio è se ho 'imposto' una via ai miei figli che oggi rende la loro vita difficile, controcorrente, tortuosa, oppure no. Mi viene in mente la canzone di Giorgio Gaber, verso la fine della sua lunga carriera artistica, ormai al nichilismo puro, che si intitola 'Non insegnate ai bambini' (https://tinyurl.com/49btvdbc), pubblicata dopo la sua morte nel suo ultimo disco, che denuncia l'influenza nefasta nell'educazione dei figli dell'opera di genitori troppo genitori. Io ogni volta che la ascolto mi sento male, ma gli rispondo che dipende da quale morale, caro Giorgio! 
- Ti assolvi da ogni accusa, allora?
- Sì, no, boh, non so...




 

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