lunedì 16 dicembre 2024

Malinconia

Invecchiare, si sa, è bipolare. Almeno pare.
Da una parte, dicono, porta saggezza, a seguito di esperienza, conoscenza, studio, relazioni...
Dall'altro, maledizione, porta stanchezza, lentezza, difficoltà di ogni genere, dolori fisici e, soprattutto malinconia.
Il tutto unito a un'insopportabile e imprevedibile lucidità nel ricordo.
Forse qualche psicologo, psicanalista, neurologo, mago, guru indù dai superpoteri può capire e fare valutazioni.
Ma nell'attesa della venuta superiore, ci dobbiamo adeguare.
Malinconia fa rima con nostalgia, ma anche con armonia.
Armonia verso i ricordi, verso il passato e il presente. Armonia verso anche gli aspetti più dolorosi che la vita ci apparecchia ogni giorno in tavola.
Il ricordo, talvolta faticoso, talvolta gioioso, fa parte della vita quotidiana.
Arriva all'improvviso. Un viso incrociato per strada, un odore o un profumo che improvvisamente viene catturato dai sensi, una musica in lontananza che ti trasporta, una voce rubata in una conversazione occasionale. Oppure una fotografia emersa improvvisamente dalle pagine di un vecchio libro.
Il ricordare fa bene alla mente, mette in armonia il passato con il presente, anche se spesso viene vigliaccamente pugnalato alle spalle dalla nostalgia e, peggio, dalla nostalgia.
Un omicidio efferato, implacabile, che ti lascia tramortito, a terra, senza speranza.







La gioia ci abbandona in fretta mentre il dolore non ci abbandona mai.

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