giovedì 23 settembre 2021

Maigret

Maigret è storia della mia vita.
E' storia della mia famiglia originale.
Non perché siamo stati arrestati a ripetizione dal famoso commissario, e neanche perché siamo parenti di Georges Simenon - siamo lombardi tutti mica belgi..., ma semplicemente perché mia madre ne era un'appassionata lettrice (li aveva comprati tutti, Oscar Mondadori, che ora riempiono metà scaffale di un armadio della casa in montagna) e la serie televisiva anni '60 con Gino Cervi (mica quelle orripilanti serie  di oggi tutto vampiri e morti viventi e diavoli...) era uno dei nostri momenti di forte intimità, di condivisione, di chiacchiere, anche con le successive videocassette che le avevo acquistato.
Poi le avevo procurato anche i file digitali ma lei, purtroppo, ha pensato bene di lasciarci. 
Però ha fatto a tempo di rivedere tutti gli episodi, anche più volte, e questo è buono.
Ormai sono passati esattamente vent'anni, una vita.

Torniamo a Maigret e a Simenon.
Lo scrittore belga ha avuto due (+ una) vite parallele.
La prima è quella del romanziere. Una serie infinita di storie di uomini e donne, di colpe, di vite perdute e impossibilità di salvarsi, in via di pubblicazione da Adelphi, che sto acquistando e leggendo con elvetica puntualità ogni volta che ne compare uno nuovo. Si sa, Simenon è stato uno dei più prolifici autori letterari della storia e così, quando Adelphi terminerà le sue pubblicazioni spero che sarò ancora in questo mondo.
La seconda è quella dello scrittore di Maigret. 77, per la precisione (se non sbaglio). Un personaggio straordinario, nato tra le due guerre, che si muove a Parigi, anche se non disdegna indagini nelle provincie francesi, toccando ambienti e abitudini ben differenti. Un commissario che è un vero centro delle indagini e della sua vita familiare, non abbandona mai la scena, è un autoritario autorevole, non lascia spazio agli altri, anche perché non sbaglia mai. E la versione tv ha reso anche più popolare il personaggio.
La vita +1 è quella invece relativa alle donne. Sembra, non ricordo se lo dichiarava lui, che avesse avuto più di mille donne nell'arco della sua vita. Mille!! Un vero lavoro, un impegno quotidiano, probabilmente diviso perfettamente a metà con lo scrivere. Probabilmente, qualche volta, scriveva mentre si occupava della felicità della compagna del momento. Un verso superman!

Arrivo alla fine.
Grazie alla digitalizzazione, sto acquistando, e rileggendo, tutti i Maigret sull'ebook. 
Adelphi li ha ripubblicati, a gruppi di 5.
E rileggerli, ricadere in quelle atmosfere, riassaporare quei sapori e sentire quegli odori, è un modo straordinario per riavvicinarmi a quella donna che mi ha dato la vita.
E' una bella sensazione, dà serenità.


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