martedì 10 gennaio 2017

L'arte di dimenticare

Chi mi conosce sa che sono uno degli esperti mondiali del dimenticare.
O, da altri punti di vista, della distrazione.
Smarrisco tutto (senza perdere nulla), dimentico ogni cosa prima di uscire di casa (stamattina il computer, mica paglia), dimentico i nomi, i fatti che mi raccontano, a volte le persone, senza parlare dei numeri di telefono.
Da piccolo non sono mai riuscito a imparare quelle noiose poesie che ai miei tempi ti imponevano di memorizzare. Ricordo (!) ancora il dramma per imparare (mai riuscito) Il cinque maggio, del Manzoni. Una tiritera lunga pagine, impossibile da conservare nella mente per poco più di qualche minuto. Niente da fare.
Ma un conto è memorizzare, un altro è dimenticare.

Dimenticare è un'arte, preclusa a molti, riservata a pochi. Un'arte che può essere coltivata, che può essere allenata con il tempo e con l'impegno.
Soprattutto dimenticare le cose 'brutte', i cattivi fatti, quelli dolorosi, che la vita ti sbatte in faccia ogni due per tre.
Ecco in questo, con grande consapevolezza, sono diventato un esperto.
Le esperienze negative, i rapporti con il prossimo andati a male, le delusioni, le cattiverie, oltre a tutte le negatività, torti fatti e subiti, una volta metabolizzati, analizzati, assorbiti e registrati per una consapevole crescita interiore, devono essere messi in un angolo della mente, dismessi o come si potrebbe dire oggi, rottamati.
In caso contrario diventano ossessione, blocchi nella crescita, freni alla serenità.
Alcune richiedono più impegno nel loro accantonamento, altre vanno via facili.
Tutte, ormai all'età che mi ritrovo, filano via lisce. Ci vuole poco.
Un giorno ti svegli e ti ritrovi libero dalla loro ingombrante presenza.

Ti svegli di notte e pensi che la tua insonnia sia dovuta a qualche cattivo ricordo, a qualche manchevolezza che hai vissuto recentemente, a qualche nostalgia irrisolta.
La cerchi, scavi con le mani nude ogni centimetro della tua mente per trovarla e per avere la conferma, ma ti accorgi che non c'è più.
E ti rendi conto che quello che ti ha svegliato è solo il solito e inutile allarme dell'appartamento di fronte che parte ogni volta che gli gira.
Allora sorridi un po', ti dài dello scemo, ti giri dall'altra parte e, inaspettatamente, riprendi a dormire il sonno dei giusti.
Avanti Savoia!


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