Lavorare su se stesso, ogni giorno che dio manda in terra, è un lavoro.
Faticoso, spesso doloroso, spesso, ma altrettanto sempre più spesso, di grande soddisfazione.
Molto più difficile che lavorare sugli altri, per comprenderli, per aiutarli. Ammesso che uno, poi ci riesca.
Ma il confronto quotidiano con la propria vita, spessissimo notturno, porta a due strade.
La prima è la follia.
Se non si riesce a trovare la strada per uscirne, se il percorso intrapreso è quello del risentimento verso tutto e tutti - e verso se stessi -, se la via scelta è quella di scovare tutti i modi per riottenere soddisfazione nei momenti di difficoltà, si ottiene solo un piacere momentaneo. Per poi ricominciare, fino a perdere il timone della propria vita.
È il modo migliore per aggiungere solo dolore, forse agli altri, ma soprattutto a se stessi.
Se la parola follia è troppo forte, sicuramente la meta è quella di unire instabilità a instabilità, fino a perdere completamente equilibrio, controllo, solidità psicologica e capacità di stare al mondo.
C'è già in giro troppa fragilità, troppa difficoltà per aggiungere anche la mia.
La seconda è quella del voler bene e fare del bene. Quella che, da sempre, ho cercato - tra i mille errori - di fare sempre.
Io mi conosco, molto bene e, se mi si passa l'auto incensamento, sono una brava persona.
Ho perso per un po' di tempo la capacità di giudizio, ho perso la mia volontà di vivere nel rispetto del prossimo, talvolta di me stesso.
Invece fare del bene, se così si può dire, è un motore sensazionale per aggiungere piacevolezza alla vita, già straordinaria e immersa nell'amore in particolare per i miei figli.
Intendiamoci, non sono un buon samaritano, non sono uno votato alla missione, non sono uno che si immola per trovare l'armonia tra le particelle impazzite del mondo.
Ma non sono in grado, questo ne sono certo, di fare del male in modo consapevole, non sono capace di provocare dolore solo per il gusto di farlo, magari per qualche insensato desiderio di vendetta o rivalsa.
Oggi ho fatto del bene, per esempio. In modo disinteressato, solo per spirito di 'fratellanza', solo perché pensavo che avrebbe aiutato.
È stato bellissimo e mi sento un altro. Era tempo.
Fare del bene permette a qualcun'altro, che lo riceve, di farne a sua volta dell'altro per un'altra persona ancora, creando un effetto domino. Se poi non capita pazienza. La mia coscienza è a posto.
Fare del bene fa circolare il bene. Se il fisico mi regge...
Sono più leggero e questo, almeno alla mia povera schiena sempre più incriccata, porta grande sollievo.
Una piccola aggiunta, dall'oroscopo che mi girano tutte le settimane, che conferma (giuro, l'ho letto dopo!), quanto detto sopra.
"Secondo l’astrologia tradizionale, voi Scorpioni non siete inclini all’ottimismo. Venite spesso dipinti come esperti di misteriosi enigmi, foschi intrighi e profondi interrogativi. Ma il pittore francese Claude Monet, uno degli Scorpioni più creativi e di maggior successo del ventesimo secolo, non corrispondeva del tutto a questa descrizione. Era famoso per i suoi incantevoli e sensuali paesaggi. “Ogni giorno scopro cose ancora più belle”, diceva. “Mi inebriano, vorrei dipingerle tutte. Mi scoppia la testa”. Nelle prossime settimane Monet sarà il tuo santo patrono. Sarai capace di vedere le cose con la sua prospettiva come non ti capitava da molto tempo."
giovedì 1 dicembre 2016
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