Andrea mi torna a casa un giorno visibilmente contrariato.
Lo vedo che è rabbuiato, inverso, come diceva mia madre.
- Che succede? gli chiedo pensando a qualche problema a scuola.
- Un mio compagno mi tratta male. E io non gli ho fatto niente. Perché?
Me lo dice guardandomi negli occhi, in attesa di risposte.
E un padre che si rispetti, su temi di questo tipo, le risposte deve sempre darle. Magari sbagliate, magari imprecise, magari un po' edulcorate, spesso spero giuste, ma devi sempre mantenere il tuo ruolo non solo di educatore, ma soprattutto di punto di riferimento forte, deciso e indiscusso.
Almeno fino a quando i tuoi figli, ormai cresciuti, avranno tutti gli strumenti per fare valutazioni in totale autonomia, forti della loro maturazione e dell'acquisizione di sufficienti esperienze.
Tenendo sempre in conto che devi orientare, devi indicare, e mai regalare certezze assolute, che tra l'altro, aldilà del teatrino della vita quotidiana, non hai mai.
- Amore mio, gli rispondo, chi ti circonda, chi frequenti, la tua comunità che ti accoglie, e a volte ti respinge, è piena di uomini e di donne, diversi. Alti e bassi, biondi e bruni - per te c'è anche la rossa, tua sorella - svegli e tonti, amici o nemici.
Il mondo, l'ho appreso ahimè da un po', semplificando, io lo divido in due.
Il primo è quello delle brave persone.
Sono le persone sincere, magari piene di difetti, ma che hanno educazione e soprattutto rispetto per il prossimo. Anche tra i giovani ragazzi come te.
Sono quelle persone che giocano a carte scoperte, che si comportano in maniera corretta e che, sempre tenendo presenti i limiti della natura umana - non dimenticartelo mai, non siamo macchine, siamo essere imperfetti, ognuno con i propri problemi, ognuno con le proprie pochezze - sono oneste, con se stessi e soprattutto con gli altri.
Caro Andrea, più cresci e aumenta la tua presenza nel mondo e più capirai che non è tutto bianco e nero, che le zone grigie prendono gran parte della tavolozza della vita e quindi ogni schematismo, come forse sto facendo io, risulta imperfetto. Ma dallo schema, forse un po' rigido, che ti sto proponendo, con l'esperienza, saprai trovare le giuste mediazioni.
Sempre tenendo presente che non imparerai mai a capire tutto e tutti. Proprio perché non siamo robot o costruiti con i mattoncini Lego che tu ami tanto.
Queste persone ti sono vicine. Ma non fare mai l'errore di darle per scontate. Devi conquistarle tutti i giorni, devi farle sentire amate e rispettate ogni ora della tua vita. Devi coltivarle con cura e amore come fosse una rosa rossa nel tuo giardino.
Se non lo fai corri il rischio un giorno di voltarti e non vederle più.
Anche tuo padre, che tu vedi grande e grosso e 'perfetto', ha fatto l'errore di sottovalutare l'affetto degli altri, di darlo per scontato. Anch'io un giorno mi sono girato e mi sono accorto di camminare ormai solo. E ho pagato, e ne pago tutt'ora le conseguenze. Perché di questi errori paghi pegno per sempre.
Essere brave persone, a volte, non è sufficiente.
Mi fermo un attimo. Per osservare la sua prima reazione. Il discorso che sto facendo è tosto, e forse anche troppo adulto per la sua età. Ma Andrea, in questi dodici anni, mi ha sorpreso più volte per sensibilità e per capacità di comprensione anche di temi decisamente complessi come questo.
Vedo che mi ascolta e che sta registrando, da bambino intelligente quale è, le informazioni e che le sta valutando, senza alcun ombra di passività.
E infatti dice subito una cosa intelligente.
- Beh queste persone, le brave persone come le definisci tu, sono quelle con cui io sto meglio, con cui gioco, con cui condivido la mia vita tutti i giorni. Gli amici, insomma.
Beata candida sintesi. I miei figli sono straordinari. Lo dico sempre e ne sono convinto di più ogni giorno.
Annuisco.
- E il secondo qual è? mi domanda curiosissimo.
- Il secondo è quello più difficile, contorto, problematico.
È quel mondo popolato dalle persone, non obbligatoriamente cattive, ma che non sono capaci di avere rapporti con il prossimo in modo trasparente, navigano nel torbido, hanno sempre un retropensiero negativo, fanno sempre dei calcoli, sono quelle persone che vivono per un loro tornaconto e a volte vivono anche per fare del male.
Sono le persone che un giorno ti accorgi che non si donano, e se lo fanno è solo perché in quel momento gli conviene. Sono le persone che, magari dopo anni, ti accorgi che ti hanno preso in giro, che ti hanno raccontato molto spesso e volentieri tante bugie.
Forse il tuo compagno è una di queste, non vuole avere con te rapporti - magari gli stai antipatico, non si può piacere a tutti! - o magari semplicemente finge da una parte per poi scagliarsi contro di te ogni volta che ne sente il bisogno.
L'importante è essere onesti con se stessi. L'importante è essere onesti con gli altri, senza false aspettative e senza pensare che tutti siano cattivi.
Caro figlio mio, la vita è complicata, molto difficile, ma proprio per questo è il più formidabile dono che ci è stato fatto.
Vivere è una straordinaria opportunità, sta a noi coglierla nel migliori dei modi.
Ma una cosa voglio aggiungere, concludendo questa filippica a volte un po' triste.
Noi non vogliano fare del male a nessuno.
Io ho fatto del male, ne sono certo. Te lo voglio dire, per onestà e chiarezza con te. Ma mai con l'obiettivo di farlo, mai pianificandolo a tavolino. E a volte, nella vita, non hai la possibilità di rimediare, non c'è il tempo oppure arrivi tardi.
Noi siamo brave persone e chi non lo capisce si fotta.
- Sai papà che quando hai voglia è bellissimo parlare con te? mi butta lì.
Io lo abbraccio, anche per non fargli vedere gli occhi che si riempiono di lacrime.
Lacrime di gioia per lui e per la sua vita tutta ancora da disegnare. E che sarà, ne sono certo, bellissima e spero serena.
Lacrime per me per tutti gli errori commessi. E per il tempo che non ho avuto per rimediare.
Perché si sa, si perdonano gli errori e le cattiverie degli altri. Le proprie mai.
- Ci guardiamo un film? mi chiede improvvisamente.
- Sì, uno di fantascienza, che ci porti lontano da tutto e da tutti, gli rispondo io.
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