giovedì 22 settembre 2016

L'autunno più amaro

A un certo punto il vento si placa, il clima si fa più dolce, le prime sfacciate gemme spuntano sugli alberi e i piccoli passeri ricominciano il loro gioco con il vento.
Poi il sole si fa più intenso, i prati verdi assetati reclamano acqua e gli alberi rigogliosi si riempiono i polmoni del calore e della lunghe giornate di luce.
Poi improvvisamente, come tutti gli anni, un uomo dolce e saggio appare all'orizzonte e con eleganza ma con fermezza, impugna il pennello e comincia, con tratti decisi, a colorare tutto con tonalità calde e sfumate.
L'armonia dell'Autunno ricolora il paesaggio, sfuma di marrone le foglie, ingiallisce i prati, accorcia le giornate, convince il sole a prendersi finalmente qualche vacanza, richiama, con ordini perentori e un po' bruschi le nuvole nascoste a bighellonare dall'altra parte del pianeta, fino a farle tornare e a darsi da fare con il loro carico d'acqua. Anche la luce comincia, in attesa di spegnersi totalmente nel buio invernale, a regalarsi qualche pausa.
Tutto si tinge di languida malinconia, tutto si sfuma, la natura si prepara al lungo sonno dell'inverno, quel signore con la barba bianca che comincia a spingere, alle spalle, per farsi largo.
E allora, di fronte a un prato ricoperto di foglie morte, sotto una pioggia sottile e insistente, davanti agli stormi di rondini che senza alcun rimorso si allontanano all'orizzonte, risale quella dirompente consapevolezza che ogni cosa inizia e finisce, che la natura, la vita, le stagioni e gli amori hanno il loro corso, stabilito e incontrollabile.
E un uomo, ormai non più nei suoi anni migliori, può solo arrendersi, sedersi e ricordare, e aspettare che l'inverno con il suo manto bianco lo ricopra, cullandolo dolcemente, per rendere più dolce il suo sonno finale.
Aspettando la nuova primavera...



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