Il calcio in casa non ci è mai entrato, un po' per spocchia, un po' perché appassiona più di un telecamera fissa su acquario, un po' perché io non l'ho mai sopportato.
E quindi il classico traino, un po' per imitazione un po' per tragica forzatura paterna, nella mia famiglia non è mai avvenuto.
Ma si sa, i bambini ormai ragazzi vivono in una comunità e soprattutto gran parte della giornata fuori di casa, a contatto con il popolo bue che di calcio mangia e parla tutti i giorni come se fosse in eterna astinenza da consumo di droga pesante.
Ieri quindi al ritorno a casa vengo accolto con un drammatico appello.
- Papi, stasera vediamo la partita?
Io li guardo questi due cuccioli di uomo per cui sacrificherei la mia felicità e anche la vita e velocemente cerco di confezionare una risposta che non sia caustica e soprattutto irriguardosa.
- Ma oggi in ufficio mi dicevano che l'Italia gioca domani, ho risposto cercando raggiungere velocemente una scorciatoia al silenzio video calcistico. - Se volete quindi la vediamo domani, confidando che domani è un altro giorno e si vedrà, come cantava Ornella Vanoni.
- C'è un'altra partita stasera.
- Ah sì, che birboni questi giocatori, rispondo a denti stretti. - E quale?
- Boh, guardiamola!!
Arriva l'ora della partita, tutti se ne dimenticano e io zitto zitto non faccio cenno.
A un certo punto uno dei due eredi meravigliosi che allietano la mia vita quotidiana, improvvisamente, ha uno scatto adrenalinico e si ricorda.
- La partita, papi, la partita!!!
La cerco, la trovo, scopro che è Galles contro il Belgio e penso "mai più senza", ma dopo aver fatto tutto quello che potevo fare senza dedicarmi a tale spettacolo, mi siedo insieme a loro e a loro madre a guardarla, almeno di sbieco.
Qualcuno fa goal, qualcun'altro fa fallo, qualcun'altro ancora si fa male. Insomma la solita noiosa solfa che non ho mai potuto reggere.
Ma c'è un ma, che rende tutto meravigliosamente stupendo.
A un certo punto uno si fa male, sono tutti intorno a uno che sembra morire all'istante, entrano i medici che Grey's Anatomy in confronto è una barzelletta sui carabinieri, la gente sugli spalti urla e non si capisce bene perché e anche il telecronista telecronaca in maniera insistente giustificando il proprio stipendio, credo, lauto e ricco di benefit.
E' proprio in quel momento che Bianca domanda, bella come il sole:
- Ma quello lì in piedi, perché ha un postit sul braccio?
Io e mia moglie ci guardiamo in faccia senza capire, guardiamo il video e non capiamo.
Allora lei, Bianca, si alza e va vicino al televisore e con il suo ditino innocente indica uno in piedi di fianco al moribondo ormai pronto per l'ultimo viaggio.
- Questo, non lo vedete?
Noi aguzziamo la vista, c'è chi inforca occhiali per meglio fotografare la realtà.
Insomma, era la fascia intorno al braccio del capitano, gialla come un postit.
Bisogna segnarsele queste cose, perché la memoria svanisce e la famiglia ne patisce.
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