venerdì 15 luglio 2016

Il mondo, oggi

Giornate terribili.
Dopo Dacca, dopo i poliziotti in Usa, dopo la Puglia, ora Nizza, domani chissà cosa, difficile oggi mantenere una tranquillità d'animo, una fiducia per il futuro, fermezza ai polsi.
Lo dico sempre 'non avessi i figli...'.
No, non partirei per qualche fronte anti-terrorismo, non ho più l'età ormai, e sicuramente non sono neanche più in grado di occuparmi di 'politica' e di lanciarmi in qualche forma di militanza sociale.
Non più, non ne ho voglia, non ne ho più le forze. Posso solo usare la mia mente per indignarmi, per fare analisi sui perché e buttare sul tavolo - a cui nessuno è seduto intorno - delle idee.
No, dico solo che 'se non avessi ' figli...' questo mondo ormai diretto velocemente verso il baratro, lo guarderei con più ironia e con più distacco.
Ma invece, pensando a loro, tutto diventa assolutamente impossibile da metabolizzare. Loro non solo sono il nostro e il mio futuro, ma sono totalmente indifesi, alla mercé di un mondo che non hanno contribuito a creare.
Ieri Farinetti, quello di Eatily, almeno così ho letto, ha consigliato ai giovani di non ascoltare i presunti consigli di vita da parte delle vecchie generazioni che, di fatto, hanno la responsabilità di avere fatto solo errori e aver trascinato il mondo in questo stato.
Bene, aldilà dell'affermazione, fatta non si sa a che titolo e perché - le aziende se parlano non lo fanno mai gratis ma hanno sempre un obbiettivo di business - io penso che il futuro per le nuove generazioni sia appeso a un filo a patto che si ritorni a dichiarare valori forti, passioni altrettanto fondanti e unione negli intenti.
Oggi non ci sono più idee - aldilà di quelle del pareggio di bilancio e della crescita del Pil, non ci sono più passioni - aldilà di quelle per il pareggio di bilancio e della crescita del Pil e soprattutto non c'è più alcuno capacità di stare insieme - aldilà del godere insieme appassionatamente per un esaltante pareggio di bilancio e per una rutilante crescita del Pil.
Questo è il mondo oggi e i miei figli ci devono vivere dentro.
Ora devo solo imparare io a guidarli, finché sono ancora piccoli e soprattutto minori, nel modo migliore, nella consapevolezza dei cambiamenti e nella loro sicurezza.
Non è facile.

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