mercoledì 22 luglio 2015

Una coppia di lungo corso

I due principi sono tornati dalla loro vacanza 'da soli' (con la tata, s'intende...).
Erano quasi due settimane che non li vedevamo, e devo dire che era un tempo sufficiente per entrare in un stato di apnea che stava portando al soffocamento.
Credo che con il caldo in città abbia fatto bene loro starsene lontani, via da questo forno, che in queste ultime settimane che mancano alle vacanze devono comunque subire.
Ma la vera avventura, se si può dire, è che hanno viaggiato in aereo da soli.
Ne avevamo discusso a lungo se la cosa era opportuna, se non erano troppo piccoli, se noi eravamo sufficientemente grandi da reggere l'ansia.
S'intende, il tutto perfettamente organizzato con la compagnia di bandiera che per fortuna, almeno in questo, brilla per serietà e attenzione.
Ma durante la mattina del volo, svegliarsi con l'idea che i figli trasvolassero quasi l'intera penisola in totale solitudine, io ho vissuto attimi di vera preoccupazione.
Poi, quando le porte scorrevoli di Linate si sono aperte, e i due giovani virgulti (con il classico 'marsupio' appeso al collo) si sono palesati, stanchi (erano svegli dalle 5,00) ma sorridenti, ho capito quella cosa che spesso scrivo e mi ripeto.
I miei figli crescono, diventano grandi, si rendono autonomi, si staccano da noi, viaggiano e vivono la loro vita spesso lontani da noi, in totale autonomia.
Prendono decisioni, scelgono, rifiutano, chiedono.
È straordinario accorgersi ogni giorno di più di come le loro vite ci sfuggano tra le dita, assottigliandosi prima per poi riaffermare il proprio peso, conquistando spazi, relazioni, gioie e delusioni.
Bianca ha anche dato di stomaco all'atterraggio, senza neanche chiedere aiuto. Sacchettino e via!
E Andrea, ormai quasi alto come sua madre con delle gambe lunghissime, se ne è preso cura, confortandola.
Io sono preoccupato per loro, ma solo perché il mondo che li circonda a volte mette terrore.
Ma sono sicuro che li stiamo crescendo nel migliore dei modi - nei limiti umani e dell'improvvisazione quotidiana - per consentire loro, un giorno, di muoversi con le loro gambe per tracciare il loro destino.
Io, se non si era capito, adoro i miei figli.

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