martedì 28 luglio 2015

Un approccio metodologico onirico

Il lunedì si sa è una giornata complicata, almeno dicono.
Sulla ripresa del lavoro dopo il weekend si sprecano e si sprecheranno carte e calamai, con esperti in sociologia e antropologia e psicologia che ce la raccontano su. E poi i post patetici e diffusi sui maggiori social network con 'lunedì, non ce la posso fare' e 'venitemi a salvare'.
Che barba, quanto fiato sprecato, quanti inutili sbrodolate addosso, pensando sempre (i social in questo senso hanno aperto le danze) di essere tanto importanti per il mondo da dire e raccontare la propria vita in ogni istante.
Comunque anche il lunedì sera ha il suo perché, in questo inutile dibattito.

Ieri sera dovevano arrivare un gruppo di donne conosciute all'Expo in Moldavia.
Erano due, perché una è dovuta partire all'ultimo momento per la sua zona di origine.
Una si chiamava Rachele e aveva una chiara origine siciliana o giù di lì.
Alta, bella come il sole, elegante, seducente, sofisticata.
L'altra bionda, alta, sempre sorridente, frizzante, di chiara origine scandinava, con un accento straniero marcatissimo, che fa girare solo lui la testa. Si chiamava Ingrid.
Hanno portato cibo, vino, allegria e compagnia.
La serata si stava svolgendo nel migliore dei modi, tra chiacchiere in libertà, sogni a occhi aperti, solide bevute e sguardi di intesa. A un certo punto anche la temperatura - non solo esterna - ha cominciato a salire.
Poi tutto è franato.
Suonano la porta, corro ad aprire sperando di trovarmi la terza ospite ormai inattesa, chiedo chi è e mi arriva un perentorio 'Montalbano sono!'.
Un tuffo al cuore, mi chiedo che cavolo voglia da me il pelato servitore dello stato e improvvisamente mi ritrovo sveglio, sudato, sulla poltrona del mio salotto.
Tutto finito, con lo sfondo la tv accesa sintonizzata sull'episodio di ieri sera del prode poliziotto alle prese, come sempre, con donne bellissime.

Dormire fa male, ma sognare è anche peggio.
Aspettiamo con fiducia la prossima serata ricca di avventure.

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