Quello scriveva 'verrà la morte e avrà i tuoi occhi'.
Quell'altro cantava 'passano gli anni ma otto son lunghi'.
E quell'altro ancora tristemente suggeriva in musica 'vedrai, vedrai, vedrai che cambierà'.
E poi sopra tutti quello là declamava 'del doman non c'è certezza'.
Insomma il tempo che passa è sempre stato uno dei temi più amati.
Scrittori, poeti, cantanti, musici, cialtroni di ogni epoca, hanno dissertato sul tempo, sulla sua fine, sui cambiamenti presunti e desiderati, sui sogni e sul desiderio di farla finita.
Bene ieri sera ho fatto anch'io un salto nel tempo.
Sono andato sui Navigli, nota zona di ritrovo, in grande lustro con la Darsena restaurata dal nostro infinito sindaco, con il Ticinello riportato alla luce.
Una meraviglia.
Ma la 'gita' - grazie alla mancanza dei bambini ci si dà alla pazza gioia notturna -, rigorosamente in Vespa perché sennò non ci si muove più, ci ha fatto solo lambire queste meravigliose novità, portato fino al nuovo Mercato Metropolitano, area ai margini della stazione di Porta Genova recuperata con mercato e zona dove mangiare, bere, e stare insieme.
Il posto non è il massimo ma è straordinario perché restituisce ai milanesi una un altro pezzo di città, senza svenderlo agli amici degli amici tanto cari alle giunte degli ultimi vent'anni.
Che c'entra il tempo che fugge tutto via, con la Milano dei nostri giorni? Arrivo al punto.
Ieri sera in questa bolgia crescente di uomini, donne (bellissime!), bambini, odori, sapori, moto, auto, risate, musica, Autan e zanzare a gogò, ho sentito tutto il tempo che passa, tutta la fatica e la non voglia di stare in questo guazzabuglio che trasudava (anche fisicamente!) felicità, serenità e spensieratezza.
Ero ormai fatalmente fuori tempo e fuori spazio, ero un ospite straniero.
Mi guardavo intorno, come se fossi appena sceso dalla Val Brembana (ricordate il vigile a Totò in piazza Duomo nella scena conclusiva del film?), ormai estraneo a dinamiche sociali tipicamente giovanili, a rituali di moda, che tra l'altro non ho mai rispettato, a pratiche evidenti di corteggiamento, a insistiti teatrini di gruppo.
Ecco ormai sono lontano anni luce da tutto ciò.
Io c'ho provato, giuro, ma senza successo.
Il tempo non passa, il tempo è passato.
Basta adeguarsi, e tornare a casa.
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