lunedì 22 giugno 2015

Sulla genetica e sulle imperfezioni

Cara Bianca,
hai un padre che non solo è un po' datato e in via di scadenza, ma soprattutto uno che ti ha 'scaricato sul gobbone' alcuni difetti, alcuni malfunzionamenti.

Prima fra tutte il pessimo carattere, incazzoso, sempre pronto a esplodere. L'età aiuta a tenere sotto controllo (forse), ma sai benisssimo come sono. E tu, belladipapàtttuo, sei uguale.
Solo che sei piccola e ancora governi meno le vampate di furente voglia di massacrare tutto quello che ti circonda in nome della giustizia e della bellezza.
Il mondo è una schifezza e quindi capisco che un animo puro come il tuo, spesso e volentieri, non si ritrova. Noi che siamo perfetti, splendidi di fisico e inarrivabili d'animo, noi che abbiamo il destino del mondo sulle spalle, non riusciamo a confrontarci con le piccolezze degli umani.
Ma bisogna avere pazienza, molta, verso tutto quello che ci circonda, e anche verso se stessi, perché anche noi facciamo parte del mondo e quindi a volte siamo noi stessi causa di problemi e di incomprensioni.
Quindi cerca di incavolarti meno, cerca di capire meglio le ragioni degli altri, cerca di 'capirti' prima di capire il prossimo e vedrai che i contrasti si attenueranno.

Stamattina mi hai telefonato dal campus - o meglio mi ha chiamato una delle educatrici che poi ti ha passato il telefono per parlare direttamente con me - per dirmi che sei stata male, hai vomitato e credevi di morire (il tuo senso melodrammatico è infinito...).
Lo sai perché? Perché tra i tanti 'difetti' che ha tuo padre, uno è quello che spesso alla mattina non fa colazione. Come te al mattino, ho lo stomaco chiuso, incapace di ospitare qualsiasi intruso. Il risultato  è che a un certo punto della mattinata il fisico comincia a ribellarsi, a cercare qualcosa di cui cibarsi. Il risultato che comincia a produrre quantità infinita di succhi gastrici (mi sto addentrando in un argomento di carattere fisiologico per me totalmente oscuro, quindi sparo parole in libertà) in quantità, creando conati di vomito, che hai subito stamane. Insomma lo stomaco è così vuoto che comincia dare di matto.
Come ti dico sempre tutte le mattine, porca miseria!, mangia qualcosa, basta poco, un biscotto, un po' di pane, del latte, in modo che lo stomaco si distragga e ti lasci in pace, almeno fino al momento della merenda mattutina o addirittura all'ora del pranzo. Cerca di ascoltarmi qualche volta!

Perché, dopo la sublime iracondia che distingue la dinastia, dopo la fantasmagorica diffidenza verso la prima colazione, un terzo formidabile distinguo che il tuo papà ti ha lasciato (e che tu hai fatto tuo immediatamente, ancora prima di saper parlare) è quello di non ascoltare mai quello che gli altri ti dicono, suggeriscono, spiegano e ordinano. Mai!!! Ma a volte ascoltare rende la vita più semplice, credimi.

Sei proprio mia figlia, amore mio, e non saprei proprio come potrebbe essere la mia vita senza di te.
Un bacio gigantesco.
Papi

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