martedì 27 maggio 2014

Chi ha ragione ha torto, o no?

Chi vince le elezioni - nel rispetto delle regole - ha sempre ragione.
Non so se vale al contrario. Non so se chi perde ha torto, ma poco importa.
Il giovane presidente del consiglio prende e porta a casa il 40% - record quasi assoluto in un paese imbastito come il nostro, si gode il successo, si prepara al semestre europeo di presidenza, dice che continuerà le riforme (fino a ora mi sembra solo che abbia fatta una mezza legge elettorale e un inutile legge sul lavoro, però il marketing, si sa, ha la sua forza...) e che nessuno a questo punto lo potrà più fermare.
A parte che erano elezioni europee, e come diceva lui prima, se avesse perso, non se ne sarebbe andato, e io aggiungo giustamente!, ma qualcuno dovrebbe dirgli però che vale anche la regola del contrario.
Ma siccome al disinvolto comportamento del giovane toscano ci siamo ormai abituati, nessuno dice nulla. E francamente chi se ne frega.
Il mondo della politica è fatto di cose non dette e fatte ed esattamente il contrario; di buoni propositi buttati lì e mai mantenuti, di promesse elargite a piene mani e prontamente ritirate o ignorate.
Ricordate il famosissimo "stai sereno, Enrico (Letta)"? La madre delle accoltellate alla schiena, e lo dico solo come osservazione statistica, senza entrare in valutazioni morali. Cavoli loro, quante ne vediamo ogni giorno nel mondo reale, sul lavoro...

Il problema vero di queste elezioni - una malattia, direi, che ci opprime da oltre vent'anni - è che l'italiana medio - un po' bue - dall'inizio della cosiddetta seconda repubblica (ma anche prima delle guerra e sembrava che fossimo guariti...), ha bisogno dell'uomo della provvidenza, l'uomo che ci prende e ci conduce per mano a letto, con bacino della buonanotte, latte caldo e magari anche una bella storiella per fare bei sogni.

Quello che 'contesto' è questa necessità periodica di riconoscersi in una figura carismatica e mediaticamente potente.
Sembra quasi che ormai non si voglia più pensare, più ragionare, ma si abbia solamente la volontà asfittica di non decidere più, di volere solo una guida forte che pensa a tutto (più o meno) e che soprattutto la racconti bene.
Renzi deve fare ancora tutto e quindi deve essere giudicato per quello che farà, perché per ora non ha fatto quasi nulla, aldilà degli annunci ricorrenti. Ed è normale che sia così, è appena arrivato.

Io contesto ogni suo passaggio politico, ogni misura che ha preso o che sembrerà prendere, compresi i famosi 80 euro a pioggia. Non servono a nulla, ma vedremo chi ha ragione.
Io contesto una legge elettorale che è l'ennesima porcata e che è un pericolo per la democrazia, ma vedremo chi ha ragione.
Io contesto ancora di più la legge del lavoro che - da imprenditore - ritengo non serva a nulla tranne a quelle imprese truffaldine che da sempre sguazzano nei meandri legislativi e gabbano tutti, ma vedremo chi ha ragione.
Io contesto l'inciucio - questo sì, non quello presunto di D'Alema alla bicamerale che infatti non ha sortito nulla - con il condannato, che è il nemico da battere, ma vedremo chi ha ragione.
E contesto ancora di più questa voglia - ogni tot di elezioni - di un uomo nuovo che oscura tutto e tutti e che - ricordatevelo tutti!! - appena inciamperà in qualcosa verrà ignominiosamente messo alla gogna, pagando anche colpe non sue.

Quello che vorrei è un ritorno a una politica dei gruppi, dei partiti, frutto di dibattiti, di analisi e di condivisione.
Ma sono un inguaribile romantico e proprio per questo sconfitto su tutti i fronti.
Intanto però la sinistra vera ce l'ha fatta e anche grazie al mio voto.
Ma vedremo chi ha ragione...

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