venerdì 11 aprile 2014

Ma 'ndovai, se la banana non ce l'hai...

Bella cosa la vita.
Riuscire a comprenderne il significato, almeno un po', sarebbe però d'aiuto.
Ogni mattino al risveglio, ho sempre più la sensazione che la strada si restringa, lentamente, ma inesorabilmente, e che i margini per cambiare, ritornare su se stessi, o meglio accelerare, sono molto sottili, flebili, quasi evanescenti.
Esistono sempre meno margini di manovra, sensazioni di poter cambiare qualcosa, sotterrato ormai da incombenze quotidiane, oneri, impegni, appuntamenti, rincorse e responsabilità.
Forse questo che un giorno ti fa decidere, in serenità quando si riesce, di andare 'in pensione', uscire dal gioco, buttare il tavolo per aria.

Alcuni lo chiamano orologio biologico, altri stanchezza, altri ancora rincoglionimento senile, ma credo che a un certo punto la tua mente voglia un po' tirare i remi in barca, voglia ottimizzare il suo tempo, voglia riposarsi cercando alcuni le panchine del parco,  altri un po' di tempo per se stessi, magari per ripartire su altri fronti con altri ritmi.
Questi anni, gli ultimi dieci direi, sono stati terribili, difficili, con un'accelerazione negli ultimi anni di crisi nerissima, fino a sfibrare anche quelli più forti.

È banale dirlo, ma voglio passare del tempo con i miei figli, star loro più vicino, condividere di più con loro, divertirmi con loro, vederli crescere, e non assistere alla loro crescita come oggi.
Vorrei dedicarmi ai miei progetti culturali, ai miei interessi, a scrivere un libro, due libri, mille libri, ad andare alle presentazioni degli autori, ad andare a teatro, al cinema, viaggiare un po' (non tanto), prendere il sole, ascoltare un fiume che scorre.

Poi ho aperto gli occhi...

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