Eh sì, si fa presto a dire papà, soprattutto nella giornata dei papà.
Si fa presto a cedere sotto la gogna della festività consumistica e della retorica tradizionale della famiglia felice.
Eh sì, si fa presto.
Ma tutti noi, padri democratici (nel senso di sinistra, mica del partitino della ribollita), progressisti, e ancora molto, ma molto ancorati alle ideologie, rifuggiamo da questo borghese cerimoniale, e guardiamo avanti verso il sole del socialismo con fiducia granitica e con la consapevolezza che, quando l'Idea avrà vinto la sua battaglia, queste devianze capitalistiche verranno spazzate via in un amen.
Però...però se qualcuno non mi fa un regalo, un pensiero partorito a scuola, un augurio, se qualcuno che dico io stasera, quando torno a casa, non mi dà almeno un bacio augurandomi 'Buona festa del papà', allora, carimiei - come diceva sempre mio padre, la rivoluzione sovietica in confronto sarà stata un passeggiata tra giovani signore di domenica pomeriggio in un giorno di primavera assolato.
Badate voi, figli miei dalla lingua lunga, a non dimenticarvi perché sennò sono dolori.
Eredità? Nisba!
Soldi per giochi alle feste comandate e non? Rien!
Pizze davanti alla tv? Nada!
Paparino sempre disponibile a tutto e tutti per ogni cosa nel mondo conosciuto? Niente!!!
Domani il report come è andata la serata...
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