giovedì 29 marzo 2012

Ehi, ma Monti o smonti?

È chiaro che siamo di fronte a un salto di qualità di questo governo.
Non so se la spinta viene direttamente da Napolitano - che lo sostiene in lungo e in largo -, oppure dalla lobby finanziaria che lo sostiene - che probabilmente a questo punto ci sta prendendo gusto - oppure dalla Ue, ma sta di fatto che ogni giorno assistiamo a una cambio di marcia del governo tecnico verso una strana, inclinata e preoccupante deriva politica.
Da giorni il nostro professore presidente ci ricorda che lui va avanti, che ha il consenso della gente.
Ci ricorda, con incredibile spocchia che non gli assegnavo settimane fa, che il suo governo ha il riconoscimento internazionale, europeo, che il popolo italiano - quando serve lo tirano fuori ancora... - è dalla sua parte, mentre i partiti non hanno alcun consenso.
L'ha detto ieri o l'altro ieri.
Vi invito tutti a riflettere sulla questione, perché non è solo un problema politico, ma denota una triste dimenticanza, e cioè che la nostra è una repubblica parlamentare.
Il consenso ai partiti è l'espressione del voto dei cittadini, in libere elezioni.
Molti altri prima di Monti hanno usato espressioni di questo tipo. Reucci di mezza tacca, dittatori infami, presidenti del consiglio decotti.
Sono pericolose, e non per un gioco demagogico e sofistico delle parole. Ma per una sostanza politica e istituzionale e per una sostanziale e manifesta mancanza di rispetto del parlamento, ormai reiterata.
Quella sobrietà e quel basso profilo iniziali sono ormai scomparsi e i tecnici, che devono promuovere manovre economiche e fare scelte difficili, oggi si allargano, prendono posizioni su temi che non gli competono, scansano, si irritano.
E perdono la bussola. Promuovendo leggi ingiuste e dimenticando altre iniziative ben più valide, eque e ed economicamente più vantaggiose. Alzi la mano chi sa qualcosa delle paventate e sbandierate liberalizzazioni...
L'esempio finale - esempio a corollario, che rasenta il gossip - è il servizio di 'Chi' nella 'dimora' del presidente a Palazzo Chigi, con la moglie del reuccio che mostra le sontuose camere. Ma non aveva dichiarato che rifuggiva ogni mondanità e ogni coinvolgimento personale nella sua comparsata pubblica, a differenza di chi lo ha preceduto? Pessimo gusto, scelta inopportuna, inutile spettacolarizzazione.
E poi, era proprio necessario fare tutto ciò con una delle testate del nanetto bagongo con i rialzi sotto i tacchi?

Non mi piace.

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