A volte ripenso a una serie di documentari - così si chiamavano - sulle vite degli animali cosiddetti selvaggi.
Ricordo un rinoceronte affondato nel fango da cui non riusciva più a uscire, picchiando per la rabbia ripetutamente la testa e il relativo corno contro il terreno.
Ricordo la caccia agli elefanti, con questi 'buana' con casco coloniale di ordinanza che sparavano impunemente e il gigante si accasciava sul posto come una casa in demolizione.
Ricordo anche un rinoceronte che caricava la jeep dove l'operatore era appollaiato per riprendere la vita della savana.
Ricordo le scene agresti dei gorilla, dolci e 'familiari', per tramutarsi, un attimo dopo, in terribili macchine da guerra sia nella lotta nel branco, sia nei confronti dell'uomo, intruso e come sempre indiscreto.
Quando ero piccolo questi documentari erano molto ricorrenti, o forse era una delle poche cose che c'erano in Tv, aldilà del mortale Vangelo Vivo, trasmissione religiosa che veniva propinata ai più piccoli in modo truffaldino e onestamente inadeguato.
Recentemente mi è capitato, scanalando in quella bolgia che è il digitale terrestre, di incontrare una di queste trasmissioni a sfondo naturalistico.
Naturalmente è tutto cambiato. Sembra anche tutto un po' finto, ricostruito, forse pure digitale, quindi pure falso. Le immagini sono troppo ravvicinate, troppo dettagliate per essere vere. Una leonessa con i cuccioli ripresa a pochi centimetri, minimo minimo, scappa, se non ti salta addosso per farsi un brunch a costo zero.
Mi dicono che la tecnologia permette anche questo...
Comunque il servizio che ho visto raccontava la vita di un branco di leoni.
Di leonesse in verità.
La caccia, i cuccioli, la loro crescita e formazione sul campo, la notte, i temporali, l'ozio...
Per poi lasciare spazio al re della foresta, sua maestà il leone.
Un re, nella sua regalità un po' decaduta, nullafacente, pelandrone e pure un po' antipatico.
Ogni tanto arriva, si piglia la più carina del gruppo, la impalma in pochi secondi - alla faccia della condivisione del piacere e del rispetto della sessualità della femmina -, le morde un po' la schiena perché un po' di sado-maso va sempre bene, mangia il pezzo migliore della faticosa caccia che ha fatto qualcun'altro, e poi se ne va, e dove non si sa.
Fin qui tutto normale, almeno in apparenza.
Ma la cosa che mi ha veramente impressionato, è quello che accade, talvolta, a quanto pare senza alcun motivo - schiere di studiosi del mondo animale a quanto pare si interrogano sul fenomeno da anni senza darsi risposte sensate -: il re arriva lemme lemme, si avvicina al branco, tira qualche sgagnone e qualche unghiata alle leonesse intorno, il selvaggio Conte Ugolino in men che non si dica fa strage della cucciolata.
Avete capito bene, li ammazza tutti, i piccoli.
Le leonesse osservano agitate e furibonde ma non intervengono, per poi, a mattanza completata, annusare e presumibilmente compiangere i poveri cuccioli che tanto faticosamente avevano allevato e cresciuto fino a quel giorno.
Il monarca, completata l'opera, se ne va da dove è venuto, quindi non si sa da dove.
Ecco.
Come padre sono sconvolto da tanta ferocia e da tanta, sembra, inutile crudeltà. Sembra che capiti anche ai delfini.
Non faccio facili e banali trasposizioni con il mondo umano.
Vengono comunque i brividi...
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generalmente accade quando vuole riprodursi e di solito i cuccioli uccisi non sono suoi. ciò non toglie che dopo aver visto i cuccioli andargli incontro e lui che li sbranava uno a uno mi sono venute le lacrime agli occhi e ancora oggi mi succede a ripensarci... loro che gli vanno incontro fiduciosi e lui che li uccide. vorrei non aver mai visto quel documentario
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