venerdì 27 gennaio 2012

Che noia

Ci sono momenti in cui vorrei essere nella Papuasia dell'est, oppure semplicemente su un altro pianeta.
A volte la voglia di tapparsi le orecchie, ormai - facendo anche lalalalalalala con la bocca - è sempre più forte.
Il problema non è più il rumore di fondo, che disturba, ma che si combatte bene o male, chiudendo la porta.
Oggi le urla sono sempre più alte, forti, predominanti; la pochezza, la volgarità, la ignobile ignoranza la fanno da padrone.
E non mi riferisco solamente alla prima pagina di quella roba lì pubblicata tutti i giorni a Milano. Quella è ormai vera e propria feccia, schifezza allo stato puro. La coscienza degli uomini, almeno di alcuni, sembra ormai essere inghiottita da un gorgo di violenza e di stomachevole volgarità.
Io non riesco più a vedere un telegiornale, a leggere con attenzione i giornali, a consultare i siti di informazione.
Non riesco più a vedere un programma televisivo se non è un vecchio film; a vedere Santoro, Ballarò, Gad Lerner.
Sembra che la mia mente, forse avvizzita e avviata verso una sicura involuzione cognitiva, si rifiuti di allinearsi al mondo odierno.
Io sono preoccupato per il mondo, ma soprattutto per me stesso.
Forse il mio destino è un posto in tribuna numerata a San Siro...

Nessun commento:

Posta un commento

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...