lunedì 25 luglio 2011

Mio papà è Superman!

Prima di diventare padre non sapevo proprio come sarebbe stato. Lapalissiano.
Ma soprattutto non sapevo come il rapporto con i propri figli si sarebbe sviluppato, evoluto, riproposto nel tempo, con forme diverse e continui cambiamenti.
Per questo rimango sorpreso - chissà se è per tutti così! - di fronte alle continue accelerazioni, gli avvicinamenti e gli allontanamenti.
Ora vivo un momento di forte complicità con mio figlio.
Mi cerca, mi vuole, sono diventato l'interlocutore privilegiato.
Va in giro a raccontare tutto di me.
- Mio papà scale le montagne! - ...e poi quando ci riprovo oggi faccio ridere!
- Mio papà insegnava tennis e gioca benissimo - ... e ora quando gioco, quelle tre volte all'anno!, le prendo anche dal peggiore dei pallettari.
- Mio papà ha l'azienda! - ... sapesse le difficoltà di oggi!
- Mio papà è alto! - ... cerco di mascherare il mal di schiena e la tendenza ad afflosciarsi.
- Mio papà legge tantissimo! - ... l'unica cosa che riesco a mantenere.
- Mio papà nuota benissimo! - ...falso totale, sto a malapena a galla, ma a lui sembro Mark Spitz.
- Mio papà ha una moto bellissima! - ... una Vespa di cinque anni fa che sta in piedi per miracolo.
E così via.

Insomma, avessi bisogno di maggiore autostima, di un incoraggiamento a non mollare in questi momenti di crisi spaventosa, di avere un po' di forza morale per non sprofondare completamente, beh allora Andrea sarebbe una forza propulsiva straordinaria.
Ma questo innamoramento, questo avvicinamento, questo voglia di stare con me sempre e comunque, mi rende semplicemente felice e formidabilmente sereno.

Sto lentamente costruendo un rapporto sempre più complice e vicino con il figlio maggiore.
I figli, i primi anni, sono molto vicini alla madre. La comunanza fisica della gravidanza è dura scalfire da parte di un padre.
Per anni sei un comprimario, uno che ruota attorno, di cui ogni tanto ci si accorge.
Ma quando diventano più grandi, quando cominciano a fare parte del mondo con più personalità e volontà, allora anche il padre entra nel campo visivo e allora assumi finalmente un ruolo più centrale.

Forse è venuto il momento per me. Almeno con Andrea.
Tra quarantacinque anni arriverà anche il momento di Bianca...

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