Stamattina ho avuto una soffiata - sicura, verificata, totalmente inconfutabile - che Milano verrà annientata, schiantata, spianata da una sostanza, dalla consistenza indefinita, che coprirà tutto il territorio comunale e spegnerà ogni forma vivente.
La notizia, oltre a essere terrificante di suo, è caduta sulla mia testa grazie a una soffiata di un amico scienziato che lavora in un centro di ricerche ad altissima specializzazione che opera nel settore ambientale (ISFLOI).
L'ISFLOI - Istituto di Ricerca su Fenomeni Liquido/densoidi di Origine Indefinita (ISFLOI) - opera da diversi anni per cercare di stabilire le origini di questi fenomeni, cercandone le concause, con l'intento ambizioso di trovare antidoti ambientali a questa nauseabonda catastrofe.
Il problema non è solo la perdita di vite umane. Non è solo la sofferenza di intere popolazioni. Ma sono anche, una volta assistito a questo tzunami brodoso e puzzolente, le conseguenze ambientali, peggiori persino delle catastrofi nucleari di recente memoria.
La pestilenza ha ormai contaminato già molte delle regioni e città del nostro paese, ma si sta facendo largo anche oltre i confini nostrani.
In Ungheria recentemente sono state rilevate tracce del potente morbo; in Finlandia, nonostante il clima rigido e quindi poco incline alle proliferazione di morbi infettivi, proprio pochi giorni fa molti segnali hanno fatto tremare il continente. Anche la Danimarca non è esente.
Ma non solo in Europa. Si hanno notizie di questa infamia ammorbante anche in molti paesi asiatici, in Africa, su Marte e anche su qualche satellite lunare.
Notizie tremende, che danno poco spazio all'ottimismo.
Morire in guerra ha una sua aberrante logica. Morire per il proprio paese ha una sua aurea luce di gloria.
Morire per amore è cretino, ma fa figo, soprattutto per i poeti depressi.
Ma morire così non va, non ha senso, non funziona, non serve a nulla.
I casi sono due.
O scappiamo tutti in anticipo - il culmine della contaminazione, l'ISFLOI, lo prevede tra domenica e lunedì prossimi - oppure cerchiamo tutti di fronteggiare l'invasione con tutti gli strumenti possibili che abbiamo.
Pale? Ok. Palette dei figli per la prossima gita al mare? Vanno benissimo. Sacchi di sabbia per arginare il liquame? Ancora meglio.
Ma l'arma che si è sempre rivelata più efficace, più efficiente, che in un batter d'occhio ha fermato l'offensiva a carattere pestilenziale, è il voto.
Sembra, e lo dice l'ISFLOI mica l'Internazionale Comunista della quale, tra l'altro, non si hanno purtroppo più notizie da diversi anni - che votando a sinistra nel giro di elezioni amministrative del prossimo weekend, si può fermare la sostanza putrescente che in quantità industriale dovrebbe sommergere Milano in primis, ma anche tutte le altre città d'Italia sotto assedio elettorale. Il voto, rivela sempre l'ISFLOI, sembra essere l'unico vero e ed efficace antidoto contro questo fenomeno ambientale aberrante e, scusate, dalla puzza insopportabile.
Questa città, e lo dico con determinazione, non si può permettere ancora un'altra ondata di questa sostanza, pare, di origine fisiologica che l'ISFLOI, con chiarezza e determinazione scientifica indica con una parola sola di origine greco-latino-etrusco: letame (merda nel volgare del '400).
Per favore, andate a votare e votate Pisapia, che oltre a essere di sinistra è pure un brava persona - connubio che tra l'altro capita spesso.
Altri quattro anni così non li può reggere neanche il più retrivo, reazionario di elettore.
Voi ve lo vedete l'Expo nel 2015 gestito da questi qui?
L'Italia ha bisogno di di Milano, da sempre origine dei forti cambiamenti di questo paese.
Cominciamo da qui e tutto il resto, credetemi, seguirà.
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