giovedì 19 maggio 2011

Indifferenza di lotta e di governo

Avete letto 'Indignatevi', libro sulla bocca di tutti, fatica del francese Stephane Hessel, partigiano di ormai 93 anni?
Io no. E non penso che lo leggerò.
Sono già indignato di mio, 24 ore su 24. Sono il presidente dell'associazione di categorie degli Indignati. Sono il capo assoluto del partito degli Indignati. Sono il dio degli Indignati. E forse il mondo intero, di converso, è totalmente indignato verso di me. Sono causa e effetto dell'indignazione.
Non ho bisogno quindi, che qualcuno alimenti il mio tasso, già altissimo, di indignazione.
Io invece voglio perseguire un'altra battaglia, ancora più complessa. Voglio combattere con tutta la mia forza, fisica e intellettuale, contro il male di questo paese, contro il suo vero cancro, contro la metastasi che ormai dilaga, da nord a sud, da est a ovest, dai monti al mare.
Di cosa parlo?
Dell'indifferenza, naturalmente.
Il paese è non solo lobotomizzato dalla moda, dal calcio e dalla cialtroneria dilagante, ma è soprattutto sopraffatto da un tasso assoluto di indifferenza, di noia verso tutto.
E non ci facciamo ingannare dai rigurgiti pseudo-progressisiti delle ultime elezioni, perché sono solo prove di esasperazione, senso di rivalsa, e non rinsavimento tardivo.
Questo è un paese morto, affogato nella sua indifferenza, nella sua non-voglia di tutto, nella sua pigrizia intellettuale.
Questo paese è una barca alla deriva, piena di grandi e aitanti navigatori che lasciano i remi inerti.
Questo è un paese dove ormai non vola più una mosca, dove tutto tace, dove tutto è cinema, muto.
E allora, direte voi?
Continuo a indignarmi, continuo a combattere l'indifferenza diffusa.
Con la consapevolezza, anzi con la certezza, che tutto ormai è inutile.
Bella giornata eh?

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