Fine delle facce solari. Fine della propensione a un mondo migliore. Fine della luce e del calore.
Come sempre, appena ti illudi nella vita, appena pensi che si possa raggiungere mete, obbiettivi anche ambiziosi; appena credi che tutto sia finito e che la serenità stia entrando nel tuo cuore, booom, un botto solido e sordo ti riporta indietro, ti fa svegliare, ti cancella il sogno in corso.
E quindi oggi, dopo qualche ora di sole e una tardo pomeriggio mite e pulito, ritorna l'inverno, con pioggia e vento.
Stamattina acqua torrenziale, pozzanghere, tutti incavolati neri, auto impazzite, facce storte, traffico furibondo, anche in attesa dello sciopero dei mezzi di questa sera che darà il colpo finale.
Dal sole di ieri alla furibonda ira del cielo di oggi, che in automatico si trasferisce al genere umano, che ringrazia a denti stretti.
Ma, c'è sempre un ma, c'è qualcuno che ci viene in aiuto.
Il Nano? Nooooo, ma dai!
L'amore? Ma non mi fate ridere!
Il sorriso gioioso dei figli? Si vabbé, mica siamo nel libro Cuore!
E allora?
Ma naturalmente i Beatles, l'unico segno di speranza (passato, presente e futuro) del mondo.
Ieri era George che ci beava del suo inno al sole.
Oggi è John che ci racconta la pioggia.
Fine dei post sul tempo.
Dei Beatles non posso proprio dirlo, proprio no...
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