venerdì 12 febbraio 2010

Lui, Lei e l'Altro. E l'Altra? (otto)

Prese fiato. Si bagnò la caviglia dolorante, se la strofinò per bene, fino a quando il dolore cominciò a diminuire.
- Cristo, ma ti sembra il modo? si rivolge all’AlterLui, con evidente irritazione. - Mi hai fatto un male del diavolo!!
- Senti lascia perdere, e ringraziami. Chissà quale vaccata avresti risposto, così su due piedi, senza pensarci, come fai di solito. Ti saresti incendiato come al solito, avresti risposto velenosità gratuite e la cosa sarebbe finita nell’ennesimo, inutile litigio.
E la sua voce interna continuò.
- Guarda che ora devi tornare di là, e devi uscire dall’angolo in cui quella simpatica donna ti ha messo. Sa benissimo di essere in torto marcio, di avere da spiegare, motivare, giustificare. Sa di dover recuperare o comunque di fare una guerra di posizione. Proprio per questo motivo attacca. E’ un po’ la teoria farneticante di bushana memoria della guerra preventiva. Ti ammazzo prima che tu possa pensare di ammazzarmi. Delirante ma tatticamente efficace.
Lui ascoltò. Lui che aveva sempre chiaro in mente cosa fare, Lui che aveva sempre in mano la situazione, Lui che era abituato a ‘guidare’ e non a essere guidato, si stava accorgendo che per la prima volta stava rincorrendo.
Si guardò allo specchio, fece smorfie, si guardò gli occhi, aprì la bocca rimirandosi denti e gengive, si ricompose e finalmente, liberatorio e assoluto, cacciò un urlo che fece tremare i vetri. Un urlo che preannunciava l’attacco. Come gli All Blacks.
Carico, ma anche un po’ rauco, uscì dal bagno e con passo da guardia rossa davanti al mausoleo di Lenin, ritornò dalla sua dolce metà.
- Che succede, chiese Lei visibilmente preoccupata e finalmente un po’ raddolcita.
- Niente, ho messo male la caviglia, mi fa un male d’inferno, ho messo acqua fredda, sembra che vada meglio.
- E quell’urlo?
- Ah, ehm, quello? No, niente, ho inciampato nella vasca da bagno.
Ci fu qualche minuto di silenzio, si scrutarono, Lei girò la faccia dall’altra parte, Lui non mollò, ormai deciso a riprendere in mano la situazione.
Il mio AlterLui è un genio, della strategia ma anche della tattica, pensò.
- Allora carissima, riprendiamo il discorso. Ma seriamente, ‘sta volta, eh?
Lei rimase sorpresa, bloccata, la sua bocca si aprì in una smorfia di sorpresa.
- Anzi, ricominciamo da capo? Cerchiamo di spiegarci, non tanto come due persone civili, ma almeno come due persone intellettualmente rispettose dell’altra? Ok?
Lei annuì, abbassò lo sguardo. Improvvisamente si accorse che ora era Lei nell’angolo. E comprese che non ne sarebbe più uscita fino a quando non avesse chiarito, parlato, raccontato, descritto tutto. Ma proprio tutto.
E Lui cominciò.

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