In questi giorni più vicini alla morte che alla vita, in cui l'influenza mi sta portando via all'affetto dei miei figli, in cui intravedo in fondo al tunnel una luce fortissima - che sono sicuramente le fiamme dell'inferno che stanno per abbracciarmi - , BiBì sta facendo uno dei tipici salti di crescita che i bambini fanno regolarmente. Mai graduali, ma veri e propri scalini, altissimi. E ogni volta che ne fanno uno spiccano dei balzi in avanti impressionanti.
BiBì, dicevo, sta crescendo.
Ma soprattutto ora parla in modo strutturato, crea frasi, fa dichiarazioni, appunti, e il più delle volte impone con urla la sua opinione.
Ormai è una presenza che contribuisce al dibattito.
E fin qui tutto normale. Cioè, fa parte della crescita. Se non fosse così ci sarebbe da preoccuparsi.
Ma è l'aspetto più emotivo che mi colpisce.
E' sentire questa vocina, sempre più sotto controllo, sempre più governata, che si aggira per la casa e che si impone.
Sentire lei e Pilù che si parlano, che si confrontano; vederli che insieme giocano e commentano; sentirli che insieme scherzano, che pianificano, che prendono in giro; è una soddisfazione per le orecchie, una visione per gli occhi e una gioia per il cuore.
I miei figli sono cervelli fini, non c'è n'è.
Crescono gli Squali, eccome se crescono.
E io invecchio, eccome se invecchio, e nessuno può farci niente!!
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