martedì 19 gennaio 2010

Lui, Lei e l'Altro. E l'Altra? (sei)

E Lui si concede una pausa.
Una pausa di riflessione, si diceva un tempo. Una riflessione ardita, complessa, difficile e tortuosa.
Un momento in cui doveva cercare di fare chiarezza, nella sua testa ma anche nella realtà di tutti i giorni.
Anche perché qui si continua a discutere, a farsi domande, a pianificare sadiche risposte, fino ad arrivare al punto in cui si deve decidere tra la fine e il mantenimento in vita di un matrimonio agonizzante, ma il tutto senza alcuna certezza, senza che Lei avesse ‘confessato’.
Un giovedì sera. Una serata faticosa in assoluto, in cui la settimana lavorativa pesa quasi completamente, ma non si ha ancora la prospettiva liberatoria del week end che si percepisce la sera del venerdì.
I presupposti per una serata di tensione, quindi, ci sono tutti.
Diluvia, fa freddo, si sta bene a casa.
Sono passati ormai settimane da quel giorno in cui è scoppiato tutto.
E la scena si ripete, però al contrario.
- E non ne parliamo più? improvvisamente Lei butta sul tavolo.
- Scusa? risponde Lui, pensando tra sé che le donne sono l’imprevedibilità fatta a persona. Ma che spesso hanno anche la faccia come il ....
- Un po’ di tempo fa, ergendoti a giudice di un tribunale biblico, mi hai buttato in faccia una domanda, ‘quella’ domanda, gli vomita addosso Lei.
- Scusa? ripete come in un disco rotto.
- Fammi finire, almeno una volta. Cominciavano a vedersi le sue vene gonfiarsi nel collo, proprio quando stai per ammazzare una decina dei tuoi peggiori nemici a colpi di morsi. Odio puro. Lui iniziava a spaventarsi. - E dopo la domanda, tra l’altro senza risposta, hai ricominciato a vivere come se nulla fosse accaduto. Ma è possibile? Ma come ti permetti?
Bellissimo. Fantastico. Lui la osservava, la scrutava, cercava di capire.
Si sentiva in una realtà ribaltata.
Vuoi vedere che adesso è colpa mia?, comincia a pensare. - Fumassi, in questo momento prenderei un po’ di tempo cercando il pacchetto, l’accendino che sicuramente avrei perso, e me ne accenderei una. Un paio di minuti utili a definire una strategia e a elaborare l’azione conseguente, continuò Lui a elucubrare. Niente da fare, manco beveva, figuratevi un po’.
Era necessario rispondere subito, e non solo a parole. Con i fatti. E il suo AlterLui gli tirò un calcetto dolorosissimo alla caviglia, facendola sobbalzare.
- Ehi, insomma, mi ascolti? Ti senti bene? chiese Lei vedendolo saltellare su una gamba sola e reggendosi la caviglia dolorante.
- Ma sì sto bene!!! Un attimo e sono da te. Il suo AlterLui era sì una magnifica e irritante voce interna, ma era un amico, e aveva capito subito che era necessario un diversivo per guadagnare del tempo. - Arrivo subito, le urla in faccia dirigendosi in bagno per gettare acqua gelata sul piede dolorante, ma soprattutto per raccogliere le idee.
Il momento era fondamentale e non poteva, proprio no, non poteva fare il minimo errore.

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