martedì 12 gennaio 2010

Leggi che ti passa

Il potere della letteratura, la forza delle suggestioni che un libro ti procura, l'ansia della vita di tutti i giorni: ecco la miscela esplosiva che mi ha portato a una notte fatta di insonnia, sonno agitato e sogni terribili.
Perché mi sono buttato su quel libro ieri sera?
Era una serata normale.
Pilù, post influenza, si aggira per casa con una voce che sembra Valeria Golino. Ha riposato gran parte del pomeriggio e quindi la sera è un grillo zampettante per tutta la casa.
BiBì è tornata se stessa: urla in continuazione, piange, sbraita, si agita e marca in continuazione il territorio. Un vero inferno. Proprio quando sua madre sta per partire per qualche giorno. Una prospettiva esaltante.
Comunque a un certo punto se ne vanno a letto e io, concluso il libro sciacquetta che avevo in ballo dalle vacanze - l'ultimo di Nick Hornby, non lascia alcun segno! - mi ritrovo solo in salotto di fronte alla mia capiente libreria.
E' il momento migliore. Appena concluso il vecchio, cercare e trovare il prossimo libro da affrontare a viso aperto mi ha sempre eccitato. Proprio come quando sta per iniziare una nuova avventura, un nuovo viaggio, un nuovo amore.
Le dita scorrono sui bordi dei libri, alcuni vengono sfogliati e poi rimessi al loro posto, per altri basta uno sguardo solo alla copertina, per altri ancora si rileggono i risvolti.
E poi, tac!, ecco la scelta. Il compagno di silenzi per numerose ore, il fidato amico di viaggi della mente lontani.
E su cosa vado a cascare?
'In nome del padre', di Biondillo, l'ultimo, uscito da poco.
Mi aspetto un libro godibile, leggero, interlocutorio. Non è l'ennesimo giallo della serie del commissario Ferraro, ma non mi aspetto di certo la Critica della ragion pura.
E invece è peggio.
Un libro che affronta il tema della fine di un matrimonio e in cui la figlia 'avanzata' diventa l'oggetto dello scontro, furibondo, tra i coniugi. E soprattutto l'arma da taglio della donna, invereconda e stronzissima, che affonda con cinica periodicità nei fianchi dell'ex marito.
Il tema è l'affido dei minori, a seguito di separazioni e divorzi, da sempre prerogativa femminile, indipendentemente da colpe, responsabilità, volontà.
E' impossibile non farsi coinvolgere. E' impossibile non personalizzare. E' impossibile non fare paralleli. E' impossibile non vedersi proiettato. E' impossibile non star male.
E infatti è impossibile, poi, dormire. Mi mancano trenta pagine e poi è finito.
Spero di dimenticarlo.
Ai quattromiladuecentotrantasei uomini che seguono questo blog, un semplice consiglio: leggetelo, se volete, ma io vi avevo avvisato.

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