giovedì 29 ottobre 2009

Meditate, gente, meditate

Sempre più spesso vivo un disagio. Profondo.
Un disagio di insicurezza, di precarietà, di preoccupazione per i miei figli.
Ogni giorno ricevi notizie, scambi informazioni, affronti temi in merito all'educazione, allo sviluppo e alla crescita dei figli.
Si sa, avere i figli è un po' come avere il cane. Tra proprietari si parla e si discute solo di dove lo porti, di cosa mangia, di cosa fa... E con i bambini è uguale.
I temi sono sempre gli stessi. Quando sono piccolissimi il tema prevalente è la cacca e i pannolini e le malattie; quando diventano un po' più grandi è la scuola, l'educazione, gli sport...
Io sono preoccupato di come la scuola, rigorosamente pubblica!!, riporti i corretti messaggi, educhi i miei figli alla consapevolezza e l'importanza della cultura, e avvii una crescita controllata anno dopo anno.
Oggi infatti tutto ciò non è scontato. Anzi.
I continui tagli ai finanziamenti, l'eliminazione di professionalità di affiancamento e i continui 'attacchi' alla funzione pubblica della scuola, stanno di fatto raggiungendo l'obbiettivo. Scardinare il ruolo dello stato nell'educazione delle nuove generazioni, rendere la scuola pubblica un ripiego per chi non ha i fondi per iscrivere i propri figli nelle più blasonate (e religiose) scuole private, e quindi liberarsi di un problema.
La sanità, i servizi strategici (telecomunicazioni, acqua, trasporti), tra un po' anche l'aria e poi tutto sarà in mano a pochi imprenditori, magari anche virtuosi, che però di fatto controlleranno la vita di ognuno di noi.
Oggi sono negativo, molto, ma io non vedo via d'uscita.
E i miei figli, li vedo sempre di più, finanze permettendo, appena possibile, studiare lontano da un paese che tratta le sue nuove generazioni come un fastidio di cui liberarsi velocemente.
Una tristezza che, credetemi!, sta mettendo a repentaglio il futuro di questo paese, non solo come nazione economicamente competitiva, ma nella sua esistenza.
Come diceva Arbore nella pubblicità della birra di troppi anni fa? Meditate, gente, meditate.
E svegliamoci.

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