giovedì 7 maggio 2009

La classe non è acqua

Ormai ci stiamo abituando a tutto, al peggio del peggio, quasi anche che il Paese delle Banane abbia un premier simile. Sottolineo il quasi.
Ma questa proprio no.
La classe, cioè l'eleganza, il silenzio, la pulizia dei gesti, ecco quella proprio non la si deve toccare.
Oggi chi vince (parlo degli uomini) è così:
- collettone della camicia con due/tre bottoni sul colletto che arriva fino a metà mento
- pelatone reale o provocato
- pantalone a mezza chiappa, con zampa d'elefante o meglio di mammuth
- occhialoni da sole stile Nuvolari alla Mille Miglia
- cappellino da pirla alla texana pur provenendo da una qualsiasi città/provincia de noantri
- scarpe con lingue e fibie che si incrociano con fogge disparate
- spesso, cicca in bocca masticata a bocca divaricata
- quasi sempre passati i quaranta
- linguaggio sboccato/giovanile con accento urlato meneghino ('Ué raga, tutto rego?)
- un parere sempre su tutto, ma...
- ... un'ignoranza ostentata e obbligatoria su tutto
- profumo che si sente anche aldilà della Alpi

E poi:
- donne trattate a pesci in faccia ('Posso palpare la signora?')
- macchinone posteggiato sui marciapiedi
- paninone ai 15 gusti colante di salse e sughi
- birra grande mostrata ai 4 segni cardinali
- colesterolo, probabilmente, a mille
- muscolacci, a volte gonfiati, mostrati ai sette venti
- tatuaggi anche sotto la lingua.

Insomma la classe è un'altra cosa.
La classe è solo di chi non si fa notare, e non perché sia invisibile. L'eleganza è quella che non si fa vedere.
Non ne posso più.
Sto diventando come Cecilio in 'Camera con vista', e purtroppo la cosa mi piace.

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