Non avrei mai detto, ma la discussione dell'altro giorno con Pilù a seguito dell'insano gesto di far catapultare sua sorella sul pavimento, ha avuto un seguito.
Stamattina, ore 8,15, soli in casa, in attesa di andare a scuola. BiBì e sua madre sono appena usciti per il nido.
Mi avvicino a Pilù, per dargli un bacio. Mi abbraccia con impeto, mi bacia, scende dall'abbraccio, sta per tornare al suo gioco, si ferma, si gira e mi spiattella, calmissimo:
- Sai Papà, io non ho fatto cadere BiBì apposta. L'ho spinta perché mi stava addosso e poi è caduta. Non volevo farle del male.
Io rimango di stucco. 48 ore dopo, di sua iniziativa, riapre la discussione, senza alcun capriccio, mi motiva la cosa, me la spiega, me la ragiona.
Io lo guardo, con un senso di colpa che uno tzunami in confronto è niente.
E penso che sicuramente in ogni bambino c'è un diavolo, ma è anche vero che in ogni bambino c'è un uomo.
Mio figlio è già un uomo e io non me ne ero accorto.
Appena torno a casa gli compro un macchina, vera.
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