venerdì 9 novembre 2018

Passata la festa, gabbato lu santu

Ieri, il mio compleanno, come sempre negli ultimi 61 anni.
Sono strani i compleanni, dopo una certa età.
Quest’anno, per la prima volta quasi non me ne sono accorto che arrivasse, Giuro.
La mattina, sveglio come al solito dall’alba, sono stati i miei figli a ricordarmelo con un affettuoso ‘tanti auguri’ che mi ha fatto pronunciare immediatamente, tutto di un fiato, ‘oh cazzo, è vero!’.
Il peggio è stato l’anno scorso, giornata difficile da digerire, complicata, con strascichi per molto tempo.
Ma poi tutto si riallinea, tutto diventa routine, tutto rientra nel letto del fiume della vita. E si va avanti, come sempre.
Ieri sono successe cose diverse, insolite, talvolta inaspettate.
Forse la mia ‘nuova’ vita, lontana dalle dinamiche aziendali degli ultimi trent’anni, desta curiosità,  forse l’essermi liberato di cose e persone - che dividevano immagino - ha aiutato cose e persone a riavvicinarsi.

Ieri, per la prima volta dopo anni, tanti conoscenti e amici, ma proprio tanti, mi hanno chiamato, mi hanno mandato messaggi per testimoniare la loro vicinanza.
È stato bello, insolito, e soprattutto insapettato.
Vuol dire che qualche segno nella vita l’ho lasciato, che qualche ricordo l’ho fatto conservare, che qualche vicinanza ancora esiste.
E poi gli amici di sempre, almeno alcuni, i parenti, i nipoti...

Un buon compleanno, insomma, uno dei più belli e dei più sereni.
Si vede che la maturità aiuta a convivere sempre meglio con se stessi e con gli altri che ti ruotano intorno.

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