martedì 1 settembre 2015

Un tuffo dove l'acqua è più blu

A volte la vita è strana, straordinaria, insolita e soprattutto ti spiazza.

Stamattina, ho un appuntamento.
Porto i bambini al campus, torno a casa per scambiare auto con moto, mi metto il casco.
Esco dal cancello, mi muovo verso il luogo dove sono atteso, arrivo alla meta.
Tolgo il casco, e vi assicuro che non l'ho fatto come potrebbe farlo Clooney al termine delle sue gite con aitanti bellezze sul lago di Como. Inoltre lui ha quelle moto tutte nere dal chiasso infernale, che fanno tanto trasgressione e fascino dell'uomo maledetto, io invece ho una vespa verdina cesso, ormai di dodici anni fa.
Inoltre mi sono rasato quasi a zero e quindi credo di essere al mio minimo in tema fascino, ammesso che ce l'abbia mai avuto.

Sono fermo davanti al palazzo in cui devo entrare, suono il citofono che non sembra sortire risposta.
Risuono.
Mi guardo in giro con faccia da pesce bollito per vedere se colgo qualche segnale d'aiuto.
Dall'altra parte della strada una signora (quarantina?, poco di più?), classica milanese elegante, di classe (almeno presunta), capelli neri raccolti, gambe lunghe, un po' abbronzata, mi guarda.
Io la guardo.
Una cosa è certa, non è lei (purtroppo!) che devo incontrare.
Giro la faccia dall'altra parte, scordandomela all'istante, risuono al citofono schiacciando un po' di più, come se così dall'altra parte qualcuno mi potesse sentire meglio.
Nessun segnale.
Guardo a destra e a sinistra, ma ancora niente.
Alle mie spalle sento un rumore di tacchi, neanche troppo serrato, che raccontano di gambe lunghe e distese in avvicinamento.
Mi giro di scatto.
La signora si avvicina, mi guarda, io la fisso con un grosso punto di domanda disegnato sulla mia faccia da pesce rasato. Sono certo di non averla mai vista.
- Posso chiederle una cosa? mi butta in faccia, con un po' di sfida disegnata sul viso.
Il mio primo pensiero - sarò malato, lo so! - è stato 'oh, finalmente qualcuno che usa ancora il Lei, in questo mondo di 'cafonituttiamici', poi mi riprendo e le rispondo un suadente 'mi dica'.
Lei mi scruta, nel vero senso della parola. E io penso, meno male che sono vestito decentemente stamattina.
- Può per favore fare i miei più vivi complimenti, mischiati a un'invidia crescente, a chi divide con lei la vita? Lei è bellissimo!
Io la guardo con gli occhi sbarrati, pensando in rapida successione:
1. Questa è pazza e ora mi taglia la gola con il machete che ha appena comprato nelle sue ultime vacanze in Messico, dove si è abbronzata così bene;
2. Sono vittima di uno di quei demenziali programmi televisivi di gran moda con telecamere nascoste in cui, alla fine, fai obbligatoriamente la figura dell'imbecille e vieni sputtanato di fronte al mondo intero;
3. Questa è una battona di alto bordo e questa è la sua tecnica per adescare i poveri pesci bolliti che si aggirano nella zona centrale di Milano, poco dopo le nove del mattino;
4. Boh...non ho idea di cosa stia succedendo.

Ma prima che scelga quale opzione seguire per confezionare un risposta che abbia un minimo di senso, la signora si avvicina, mi mette una mano dietro la nuca e mi pianta un bacio che neanche Grace Kelly a Cary Grant in 'Caccia al ladro' era riuscita a far inventarsi.
Sembrava non si fermasse più.
Poi si stacca.
Mi allunga un bacio finale virtuale con soffio sulla mano e si allontana con le sue gazzelle falcate.

Io rimango piantato in mezzo al marciapiede. Immobile, rintronato, allibito, ubriaco, fissandola mentre si allontana per poi sparire.
La gente passa e mi guarda, tra il divertito e lo scandalizzato.
In quel momento vengo risvegliato dal citofono alle mie spalle che torna alla vita con un 'pronto?' di prammatica.
Mi volto, rispondo, la porta si apre, io entro e mi butto nel mio appuntamento.
Che è stato tutto un programma anche quello, ma questa è un'altra storia.
Iniziare la giornata così non è male, aumenta l'autostima, ti sbatte in faccia il fatto che sei ancora vivo, e che il mondo, a volte, si accorge ancora di te.
Mah, saranno le vacanze...
Chissà quando i miei figli leggeranno queste povere righe cosa penseranno!

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