Ormai è diventata una pratica in disuso, almeno sembra.
Sempre più persone quando ti parlano guardano da un'altra parte. I più timidi in basso, chi cerca di fregarti si guarda le mani, chi vuole conquistarti guarda sognante il sole del socialismo, che ormai non sorge più ma sta ormai scomparendo all'orizzonte dopo un lungo e nuvoloso tramonto.
Ma il problema non è 'saper reggere lo sguardo', che in ogni banalissimo corso per coaching o di assertività ti propinano.
Il problema è che non guardandosi più negli occhi si perde l'occasione di vedere una delle cose più affascinanti e più formidabili che l'uomo o la donna possa vedere oggi nel mondo: gli occhi stessi.
E non è una questione di colore, di bellezza del viso che li circonda, di volontà di sedurre, o di odio profondo.
Guardare negli occhi ti permette di perderti nella profondità del cuore delle persone che ti sono di fronte, ti consente di cascare tra le sue braccia - virtuali naturalmente - e di entrare in sintonia piena.
Oppure il contrario, ti aiuta ad allontanarti, a prendere le distanze con chi con te non c'entra proprio nulla.
O, spesso, ti aiuta a comprendere se il tuo interlocutore, magari per il suo bene, cerca di convincersi con sottili e veniali bugie.
Gli occhi sono un mare infinito di bellezza.
Gli occhi non mentono mai, sono veri.
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