Il tema è complesso, molto difficile, ai confini tra realtà e sogno.
Chi ha credenze religiose vede nell'aldilà una possibilità in più, sempre sub-judice, ma pur sempre di grande speranza.
Ma anche chi credi religiosi non ha, il fastidio di vedersi scomparire dal mondo senza alternativa in fondo disturba.
Molte sono le esperienze di vita-morte raccontate soprattutto da chi, soprattutto in sala operatoria, ha vissuto questi momenti di realtà extra corporea in cui, chi dall'alto, chi da un angolo chi lontano, hanno assistito a interventi sul suo proprio corpo.
Oppure chi, alle soglie del decesso, ha percorso tunnel con luci in fondo che trasmettevano serenità e pace assoluta.
Io non so, non credo in un dio dalle ignote fattezze che ci spinge a vivere e a morire.
Non credo quindi in un'esistenza post morte che permette o di redimergi o di godere della pace e della felicità assolute.
Questo articolo spiazza un po' tutti, aggiungendo al sogno e ai credo di ciascuno di noi, qualche elemento in più e dando un riconoscimento 'scientifico' a questi strani fenomeni.
La cosa mi inquieta.
Non tanto perché mette in discussione tutte le convinzioni di una vita, ma perché pone qualche domanda, tra il serio e no, su come è la vita di tutti noi, ogni giorno, che si svolge nella consapevolezza, volente o nolente, che tutto questo teatrino primo o poi si concluderà.
La mia preoccupazione, a questo punto, quindi, non è il dopo, quello si vedrà. Ma è il durante, l'oggi.
Non è che viviamo ogni giorno della nostra vita sotto gli occhi vigili di chi se ne è andato già?
E ci osservano e ci giudicano?
Volete dirmi che quando alla mattina non do una pulita energica alle scarpe che indosso, mio padre si infiamma come quando vivevo ancora a casa?
Oppure che mia madre si arrabbia se non mi pettino con cura?
Oppure che tutte le cose di cui mi devo vergognare sono regolarmente a loro conoscenza?
O che tutte le mie debolezze quotidiane, tutti i miei errori, tutte le bassezze umane che incorrono nella vita di ognuno di noi sono oggetto di analisi, valutazione e sentenza da parte di chi non c'è più?
So che mi sto addentrando in una zona d'ombra, a metà tra le credenze popolari e la fantascienza, tra il credo di molti e la diffidenza di altri. Oppure in quella terza dimensione 'ai confini della realtà', come recita la famosa serie televisiva di altri tempi. E senza alcun elemento conoscitivo o teorico.
Quindi forse è meglio lasciar perdere, lasciare stare e continuare a cercare di fare il meglio, tutti i giorni, compatibilmente...
E la storia dirà quello che vorrà.
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