venerdì 1 giugno 2012

Visitati dal papa

La situazione è veramente tremenda.
E siamo solo al venerdì, ancora prima che tutti inizi.
Nella zona intorno all'ufficio - Cadorna e corso Magenta - continuano a volare a spese nostre elicotteri, sfrecciare auto a sirene spiegate, moto di vigili, carabinieri, polizia, guarda caccia, guardia di finanza, guarda boschi e agenti della Cia in pensione.
Senza parlare di casa, da sempre a cento metri dallo stadio.
Divieti di sosta da stamattina, strade che saranno chiuse, flussi invertiti, passeri allontanati, zanzare preallarmate e divieto di fare la cacca a tutti i cani della zona.
Domani si fugge prima che tutto inizia e si torna a fine domenica.
Ma soprattutto con 'sta storia che i preti non sono obbligati a denunciare i loro colleghi in odore di pedofilia, e soprattutto grazie al fatto che io non mi fido di questi loschi figuri - che tanto predicano ma che poi razzolano molto male - allora io prendo i miei figli, faccio le valigie, tiro su quattro stracci, chiamo mia moglie, accendo l'auto, metto la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la sesta e mi allontano velocemente da questa terra promessa, decisamente abbandonata da dio.
Sono stomacato dalla leggerezza, dalla mancanza di amore, dall'estraneità del tema della solidarietà che questa chiesa, che questa cricca, manifesta ogni volta che si pronuncia.
So che l'aeroporto di Bresso sarà pieno di centinaia di migliaia di persone.
Tutte in buona fede, tutte alla ricerca di qualcosa.
Ma, mi spiace per loro, non è questa chiesa che glielo può dare.

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