lunedì 18 giugno 2012

Il motore del mondo

Per la prima volta nella storia di tutti i mondi i miei figli sono stati ospitati dai nonni per ben, uditeudite..., una settimana.
A parte le solite banalità - vere come l'oro! - sul fatto che quando non hai i tuoi figli accanto la vita si svuota improvvisamente e la nostalgia per loro aumenta a dismisura ogni giorno che passa, la settimana è passata tranquillamente, tra cene fuori e passeggiate per negozi (senza spendere una lira, intendiamoci...) in centro a Milano.
Una settimana anomala, strana, sospesa.
Una settimana che non ha segnato nulla che valga la pena ricordare, tranne per un aspetto.
O forse due.
Ritrovare i propri figli alla fine, rivederli, ricongiungersi.
Una straordinario effetto, una variopinta sensazione di amore infinito.
Superata la 'frontiera' e giunti nella provincia di residenza dei miei suoceri, una volta nel parcheggio della loro casa sono venuti incontro urlando, agitando mani, sollevando ginocchia in una corsa spasmodica, fino ad arrivare ad abbracciare tutti e due con foga, con violenza.
Una sorta di 'recriminazione', di protesta per la lontananza, per il distacco.
Gli abbracci e i baci che si ripetevano erano duri, forti, erano quasi degli strattoni, come a farci capire che "ora basta, eh? adesso ci riportate a casa e la facciamo finita con questa manfrina! Ok?".
Andrea è più gentile, più grande, comprende meglio. E soprattutto è di spirito più accondiscendente, più dolce.
Bianca no, è l'opposto. E lo dimostrava anche in quei momenti.
Ma il bello, la cosa che non smette di affascinarmi anche dopo anni, è quell'emozione violenta che si prova nel rivederli, 'dopo pochi giorni, chessaràmai, quanto la fai lunga...', dopo un tempo così lungo.
Il corpo, non solo il cuore e la mente, ha bisogno del loro contatto, delle loro voci, della loro presenza.
Si ha bisogno della dose quotidiana di abbracci, spintoni, urla, baci, rifiuti, lacrime, risate...
Si ha bisogno della loro presenza, fisica, che trasmette voglia di vivere, di continuare nonostante tutto, di lottare contro tutto e contro tutti per loro, e solo per loro.
Quante volte in questi anni, in particolare in  questi ultimi, la voglia di mandare tutto all'aria, scappare lontano, cancellare tutto, ha cercato di prendere il sopravvento.
Quante volte la tentazione di rivoltare il tavolo e sbattere la porta si è manifestata nella mia testa.
E tutte le volte, tutte le tentazioni più drastiche sono abortite grazie ai loro visi, alla loro richiesta di protezione, alla loro voglia di crescere e di vivere nel mondo che li circonda.
I figli sono una fatica pazzesca.
I figli sono una forza straordinaria.
I figlia mandano avanti il mondo, almeno il mio.

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