mercoledì 14 marzo 2012

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In una giornata in cui avevo molti motivi per provare felicità e soddisfazione - parlo di ieri, oggi siamo già rientrati nel clima di normale quotidianità - la tegola del contrappasso arriva puntuale, decisa e determinata.
Ieri, arrivo a casa bel bello, conscio di una serata tranquilla solo con i miei figli, a metà tra puzzle, MarioKart wiiiii e 'risse' sul divano.
- Ciao papààà, appena entro in casa. E mi sbatte sul muso il quadernone di italiano con una prova di verbi, tempi e grammatica varia perfettamente realizzata. In testa alla pagina campeggia un 10 sonoro e tonante, che testimonia la perfezione della prova.
Io, molto immodestamente, comincio ad abituarmi ai dieci di Andrea, e quindi ogni volta confezionare parole di elogio diventa sempre più improbabile.
Resta il fatto che lui sia bravissimo, e che questo dieci, per l'ennesima volta, a quanto ci riferisce, è l'unico dieci della classe.
- Bravissimo Pilù!, gli dico prendendolo in braccio per sbaciucchiarmelo un po'.
Ma vedo che esita. O meglio, vedo che non incassa con la sua consueta presunzione gli elogi sperticati del suo amato papà.
E il papà, più passa il tempo, più impara sempre di più a essere papà. E questa competenza che cresce, ti fa capire alla velocità della luce che qualcosa sotto c'è, e sicuramente non un altro dieci in chimica nucleare applicata.
- Che succede?, gli mormoro alzando il sopracciglio destro proprio come faceva il dotto Spock.
Allora, a metà tra il tremante e il preoccupato, mi allunga il quaderno di collegamento tra scuola e famiglia.
E all'ultima pagina, in data del giorno in questione, compaiono un paio di righe con una scrittura poco nota.
E allora, visto che a scuola ci sono andato anch'io, comincio a leggere:
- Andrea deve imparare a comportarsi educatamente quando è in mensa e in aula.
Più o meno, cito a memoria.
Io immediatamente mi vedo davanti agli occhi mio figlio, in piedi sui tavoli della mensa scolastica, che lancia maccheroni in faccia della direttrice oppure che si scatena in corse sfrenate durante le lezioni.
Lo guardo, lo fulmino, lo disintegro con gli occhi. E chiedo conto.
Mi si riferisce che non ha fatto nulla di che, ma che la nota comprende un gruppo di facinorosi che probabilmente hanno tirato fuori dai gangheri la maestra, che forse ha anche lei le sue responsabilità.
Romanzina di prammatica. Indice che balla davanti agli occhi in segno di morbida minaccia. E via verso nuove avventure.

Finalmente una nota negativa. Finalmente una prova che non è così perfettino e bravo.
Ma ora, da ora, aspettiamoci anche di peggio.

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