martedì 4 ottobre 2011

Novelli Calligaris

I periodi in cui sono a casa solo con gli Squali è sempre un momento ricco di incognite.
Le domande, o meglio, i dilemmi si sprecano.

Ma il tempo passa. I bambini crescono e quindi diventano più facili.
Ma non solo. Anch'io cresco, naturalmente non in altezza, ma come padre.
Genitori non si nasce. Genitori non ci si inventa. Genitori si diventa, imparando. Punto.

E questi primi giorni di 'autogestione familiare' sono stati bellissimi.
In particolare ieri.
Una giornata feriale normale, conclusa con una grossa novità. È cominciato il corso di nuoto.
Entrambi nello stesso gruppo, me li sono visti apparire, da dietro il vetro dove io contemporaneamente mi affannavo su un nastro a correre come un demente, per mano, uno attaccato all'altro, nel piccolo gruppo popolato da bambini sconosciuti.
Andrea magro che fa spavento, alto, Bianca tosta come sempre, che lo seguiva.
Tutti e due con le loro cuffie rosse, spaesati, di fronte all'ennesima novità che le loro piccole vite devono affrontare.
Si muovevano guardandosi in giro, seguendo un energumeno in costume da bagno, ai margini della piscina. Altri bambini, in lacrime, avevano la loro madre al seguito, in debito di autonomia. I miei figli, da sempre, sono stati abituati ad affrontare le piccole sfide da soli, da subito, da piccolissimi.
Il corso è poi cominciato e io mi sono, a un certo punto, ritrovato con il naso schiacciato sul vetro, muovendo le mani nel vuoto in un tentativo patetico e non richiesto di aiutarli.
Loro si divertivano come degli ossessi e io invece ero agitato oltre ogni lecito.

Hanno nuotato, fatto esercizi, usato tubi, fatto tuffi da materassini, giocato. Insomma, un casino infernale. La meraviglia, da fuori, era vedere loro due sempre insieme, che si cercavano con gli occhi, che tendevano le mani per avvicinarsi, per aiutarsi. In particolare Andrea, sempre attento alla sua sorella più piccola. Erano uno vero spettacolo per gli occhi.
E tutte le mie preoccupazioni, le mie inutili tensioni, sono scomparse, sciolte come neve al sole, alla loro uscita dagli spogliatoi, dopo doccia, shampoo e asciugature varie con la baby-sitter.
Bianca mi corre incontro con il suo sorriso - per intenderci il più bel sorriso che esiste dalla nascita dell'uomo - e mi abbraccia le gambe. Alza il suo viso verso di me e urla:
- Papà, andiamo a casa. Andrea e io abbiamo una fame bestia!!!

Povero papà, sempre più inutile...

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