domenica 30 gennaio 2011

Anatema!

Ci stiamo arrivando.
Sempre troppo lentamente, ma ci stiamo arrivando, perdendo tempo utile e necessario.
L'imperucolo, fondato su mafietta, donnette, e perversioni varie, sta crollando. Con ignominia, senza gloria, senza aver vinto proprio nulla. Almeno Roma, prima di sdraiarsi su se stessa, aveva dominato il mondo, fatto diventare ricchi i suoi cittadini, traghettato il mondo verso una modernità impensabile all'epoca.
Questi non hanno fatto nulla, ma nulla, ma niente di niente, tranne che distruggere un paese, approfittare della sua dinamicità, arricchire le loro tasche e quelle degli amici e parenti, hanno perso tutte le corse e i treni, ci hanno sputtanato di fronte al mondo intero, ci hanno fatto diventare sempre più poveri, hanno distrutto intere generazioni e il futuro dei più giovani.
Ora non lo dicono solo i comunisti cattivi, i giudici cattivissimi al soldo, o l'opposizione forcaiola.
Ce lo sbattono in faccia, sì con violenza e senza alcuna educazione, i padroni della terra, chi ha il vero potere nel mondo, chi guida, da destra o sinistra, nazioni in modo serio e professionale; nonché gli economisti, i manager della finanza vera, gli opinion leader che sono veramente leader.
La notizia, che non mi sembra abbia grande rilevanza ma che è veramente drammatica, è una riunione a porte chiuse che si è svolta a Davos, al summit dei potenti dei potenti.
Oggetto, ma guarda un po'?, il nostro paese, e non come detentore di spiagge, monumenti e grande storia, ma come imputato. Leggetevelo, questo articolo, e vedete se anche a voi non si rivoltano le budella.
E poi il colpo finale, l'insulto fatto a diplomazia di stato.
Arriva dall'Africa, non di certo il centro della democrazia, della trasparenza e della politica rappresentata.
Siamo diventati, anche per loro, impresentabili, esempio di degrado, monito contro il peggio.
Senza dimenticare cosa scrive il New York Times l'altro giorno e tutta la stampa straniera.
Ma vi rendete conto?
Bene. Io spero che tutto crolli, al più presto, e che in questo paese si ristabilisca un clima normale, con un governo normale, con della gente normale che fa delle cose normali.

Ma, scusate tanto!, tutti quelli che ancora giustificano, tutti quelli che non ci credono, e soprattutto tutti quelli che hanno votato per questo scempio, eh no!, non ci deve essere né comprensione né biblico perdono.
Hanno sulla loro pelle, sulle loro spalle, la responsabilità, in cambio di qualche briciola ammuffita, di aver ridotto un meraviglioso paese in un cumulo di macerie senza possibilità di ricostruzione.
Proprio come a L'Aquila.

Nessun commento:

Posta un commento

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...