domenica 28 febbraio 2010

Tu, ce l'hai piccolo!

Lella Costa, in uno dei suoi primi monologhi teatrale recitava (vado a memoria, eh?), perfida e inappellabile:
- Va bene la qualità, ma c'è un minimo sindacale (a proposito della lunghezza...).
Impietosa.
Di cosa parliamo?
Della madre di tutte le probosciti. Dell'apparato padre di tutti gli apparati. Della protuberanza del copro centrica del maschio moderno.
Parliamo del pene, oggetto tanto bistrattato e tanto invidiato, e che tanto penare fa tutti gli uomini di buona volontà.
Il problema, a dispetto delle facili ironie e dei falsi pudori, è alquanto inquietante.
Negli ultimi cento anni, ci rivela questa ricerca, sembra che il simpaticone pisello maschile abbia perso per strada un centimetro di lunghezza nella sua posizione di cosiddetto riposo.
Un problema enorme che ha risvolti, almeno nel futuro, sulla fertilità, sui ruoli dei sessi, e quindi apre incognite impensabili sulla società del futuro.
Sembra che l'origine di tutto ciò sia l'inquinamento, le sostanze chimiche nocive che il nostro corpo assorbe quotidianamente, che portano di fatto a un'alterazione ormonale con le conseguenze sopra citate.
Ma c'è di più. Sembra anche che il maschio, a seguito di questo problema si stia 'alterando', somigliando sempre di più alla femmina dal punto di vista morfologico (l'esempio riportato sono le gambe sempre più lunghe).
Che dire?
Niente. Forse, più che dire bisogna sempre di più farsi qualche domanda, anche se non riesco a vedere alcuna risposta, aldilà di quelle banali e demagogiche di qualche ambientalista della domenica.
La realtà è questa, e l'orrore sono i continui nulla di fatto nelle riunioni periodiche globali intorno ai temi ambientali e alle emergenze ecologiche.
Danaro, interessi, potere, arraffo di ogni genere: tutti 'sentimenti' che notoriamente ce l'hanno piccolo.
Quindi...

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