giovedì 4 febbraio 2010

L'oppio dei popoli

Qualcuno l'aveva già detto, anche se forse non l'aveva proprio teorizzato Marx, come ormai si accetta. Ma comunque il concetto gira nel mondo da un po' di secoli e offre a molti, soprattutti a quelli che il cervello ce l'hanno ancora in funzione, motivi di riflessione, di analisi, di turbamento.
Oggi arriva pure il professore dei professori a dirlo.
Con la sua consueta eleganza, anche se ci va giù mica da ridere.
Però risolleva un problema, ormai tabù o perlomeno sopito, della convivenza di tutti gli integralismi con una società che ha mille dubbi e che si interroga quotidianamente su chi siamo e dove vogliamo andare. E con la scienza.
Almeno alcuni. Altri, invece, a nome e in nome di non si sa chi e cosa, ci continuano a propinare dogmi, verità presunte, leggende e storie campate per aria al solo scopo di a) mantenere le posizioni acquisite, b) essere al servizio di qualcun'altro, c) approfittare del prossimo soprattutto nei momenti di crisi e di debolezze varie.
Io non voglio né banalizzare né tagliare via, e soprattutto né mancare di rispetto verso chi ha credo consolidati e acquisiti.
Quello che contesto, con forza e sempre di più, è la continua ingerenza non solo delle istituzioni religiose nella vita sociale e quotidiana delle popolazioni di tutto il mondo, ma anche la continua pressione culturale e politica che ammornba l'aria, impedisce al mondo di crescere e obbliga milioni di persone a rimanere al palo.
Non è un caso, e ci dobbiamo rassegnare a questa verità!!, che i paesi più avanzati, quelli che raggiungono i risultati migliori in termini non solo economici ma soprattutto sociali e di vivere civile, sono quelli che hanno da sempre avuto la capacità di separare religione e vita di tutti i giorni, dogmi assurdi da ricerca scientifica e modernità, precetti invasivi da cultura e società civile.
Non se ne può proprio più...

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