Ma voi sapete, cari genitori, che il 53,7% dei bambini italiani tra i 7 e gli 11 anni di età possiede un cellulare?
Quindi più della metà dei bambini, perché bambini sono, si diletta in chiamate, quasi tutte ricevute dai genitori, oppure per parlare con gli amici, fare fotografie e quant'altro.
Bene già questa mi sembra una follia, massima e assoluta. Frutto, probabilmente delle ansie dei loro genitori, in spasmodica e crescente necessità di controllo. Ma anche della necessità di emulazione dei piccoli, bombardati da pubblicità, modelli di vita ed esempi sempre più intrusivi.
Ma quella ancora più grave, di follia, è che nessuno si prende l'onere di valutare il rischi della salute dei piccoli e le conseguenze comportamentali che l'uso, e spero non abuso, comporta.
Tutti tranne questo signore, Lawrie Challis, consulente del governo inglese per le telecomunicazioni che, lanciando la ricerca Cosmo, un monitoraggio dell'uso dei cellulari per i prossimi trent'anni per fotografare con esattezza l'eventuale nocività dei cellulari, si lascia andare a un consiglio che credo sia soprattutto di buon senso.
I bambini sotto i 12 anni non devono utilizzare i telefoni cellulari visto che il loro sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo e quindi, visto che non sappiamo con esattezza se un uso costante o intensivo dei telefoni mobili sia nocivo alla salute dell'uomo, è meglio non correre inutili rischi.
A supporto di questa sollecitazione, il consulente inglese ci suggerisce un esempio decisamente efficace.
Un bambino piccolo non lo esponiamo a lungo al sole, perché sappiamo che corre maggiori rischi di un adulto di contrarre un tumore alla pelle.
Bene, cari genitori, non ci facciamo convincere dalle ansie di protezione, non ci facciamo sviare dalle richieste insistenti dei nostri figli globalizzati.
Rimaniamo con i piedi per terra.
Se vogliamo chiamare i nostri figli, alziamo la voce. Ci sentono benissimo.
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