lunedì 27 febbraio 2017

Ho messo la testa a posto!

- Ciao, sai che ho messo la testa a posto?, dico brutalmente al mio interlocutore, da sempre aperto alle discussioni che volano alto, ma molto alto, anzi altissimo.
Lui mi guarda e assume la postura da vero intellettuale, sorregge il mento con una mano e corruccia la fronte e le sopracciglia, si mette comodo e si appresta a dispensare pillole di saggezza.
- Cioè? mi domanda accendendosi la pipa, vero e unico strumento di chi usa la testa non solo per metterci sopra un cappello. Rimango un po' deluso, mi aspettavo già da subito argomentazioni più sofisticate.
- Cioè, cioè, cioè...facile da domandare. L'argomento è complesso e forse dovremmo dedicare del tempo di qualità, non solo qualche minuto strappato a ben altro, gli rispondo seccamente, per fargli capire subito che stiamo affrontando questioni da non prendere troppo alla leggera.
- Vabbè ti chiedo scusa. Hai svoltato nella vita? Hai sovvertito qualche ordine costituito? Hai messo in discussione tutti i tuoi parametri esistenziali?, mi domanda troppo seriosamente, prendendomi molto sul serio e assumendo un'aria seria che più seria non c'è n'è.
- Dopo mesi di tentennamenti, dopo analisi accurate, dopo aver valutato con grande attenzione le eventuali ripercussioni, dopo aver guardato con attenzione gli occhi delle persone che mi circondano e le loro reazioni, dopo aver finalmente compreso quale era l'impatto delle mie decisioni e delle mie scelte per la mia cerchia di conoscenze, ma soprattutto per il mondo intero - sai con l'arrivo di Trump bisogna prendere posizione, non si può stare solo a guardare e criticare - bene, dopo tutte queste premesse, ho svoltato, ho deciso, ho scelto. E fine.
Lui comincia dare segnali di irrequietudine.
Ha occhialini di prammatica, si veste un po' vintage, Clark's ai piedi, giacca di velluto un po' sfondata, forse abita anche in una mansarda piena di libri di filosofia e di astrologia.
- Mi sembra una decisione storica allora, mi rimanda.
Non vuole dare la sensazione di non aver capito (e non potrebbe essere altrimenti visto che non gli ho ancora spiegato una mazza!) perché lui capisce tutto prima di tutti, ma nello stesso tempo è curioso e quindi adotta una tattica interlocutoria.
Io lo guardo, lui mi fissa massaggiandosi nervosamente le mani, io abbasso lo sguardo, lui prende la pipa e ci giocherella agitato (versandosi il tabacco ancora incandescente sui pantaloni), io mi gratto il naso - anche perché con questo tempo le allergie cominciano a farsi sentire, lui si alza, io anche, sembra quasi che ci prepariamo a uno scontro fisico.
- Insomma, caro mio, mi sono tagliato i capelli, dopo mesi, gli butto lì tutto d'un fiato, consapevole che le reazioni da parte sua potrebbero essere sconvolgenti e incontrollate.
- Ma mi stai..., comincia a dirmi, ma lo fermo subito.
- Sai, il problema non era se tagliarli o no. Mi manca tutto nella vita ma non di certo i capelli, questo è sicuro, e quindi ogni tanto la folta capigliatura deve essere oggetto di un intervento regolatore.
Lui continua a fissarmi. Vedo anche che stringe i pugni abbandonati sui fianchi, non so se per alzarli sul mio splendido viso oppure solo per reazione istintiva.
- Il problema vero, che non mi faceva prendere sonno nelle notti di questi mesi, era quale taglio adottare, visto che li ho sempre portati banalmente corti e oggi sentivo l'esigenza di cambiare. E quindi mi stavo struggendo nel dilemma.
Lui è ormai sconfitto, lo vedo anche dal modo in cui si accascia pesantemente sulla sedia. Ormai non ha più argomenti. È vuoto.
- Recentemente mi hanno segnalato un nuovo parrucchiere, sono andato fiducioso e questo è il risultato.
- Perché, mi domanda stralunato. - Non va bene?
- No, per nulla. Da oggi è sancito che ho la faccia da pirla. L'ho sempre un po' accarezzata come idea ma non volevo crederci, ma oggi è ufficiale. Spero che i miei figli non si vergognino di me e che non abbiano difficoltà nella loro vita futura.
Gli picchio una mano sulle spalle in segno di commiato e di rassegnazione.
Lui abbassa lo sguardo per manifestare tutta la sua solidarietà. Apprezzo molto, in questo momento, il suo silenzio di rispetto.
Deciso ad affrontare il mondo, anche Trump, con la faccia da pirla, mi giro e me ne vado, incassando la testa nella spalle, confidando così di non essere troppo notato.
Tanto, ormai, è ancora per poco.

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