mercoledì 18 gennaio 2017

La svolta

Ci siamo, si svolta.
E di brutto.
E quando si svolta due sono i casi: o si trova la strada nuova, bella libera, veloce, diretta, con gli alberi e il fiumiciattolo bucolico a fianco, oppure appena finita la curva ci si trova di fronte al muro e si sbatte. E quasi sempre, sbattere, fa male.
Forse c'è una terza alternativa, un tempo si sarebbe detto democristiana, senza scossoni, che è poi quella meno affascinante: ci si trova di fronte alla stessa strada che abbiamo sognato di cambiare con la meta prefissata e sempre uguale.
Quindi non la prendo in considerazione, sennò mica svoltavo, o no?

Comunque o la va o la spacca e il bello è proprio quello.
Svoltare, girare, cambiare, stravolgere, rinnovare, rivoluzionare - pur tenendo in considerazione tutti i rischi, fa nascere le farfalle dentro la pancia (altro che innamorarsi), fa sognare a occhi aperti, attiva le cellule celebrali più nascoste e dormienti e fa riaprire gli occhi cisposi e socchiusi.

Di che parlo?
Quando sarà il momento le folle che si affollano follemente con fare folleggiante intorno a questo presunto blog saranno sicuramente tra le prime a saperlo.
Un indizio, per i più curiosi e per i più letterati: io non farò di certo la fine di Buzzati!!



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