mercoledì 26 giugno 2013

Io, maschio sciovinista!

Non voglio fare un discorso anagrafico.
Non voglio pensare a una questione 'd'età'.
Ma voglio cercar di capire dove si vuole andare a parare.

Il web - compreso questo presunto blog - offre l'opportunità a ognuno di scrivere, condividere, fotografare,  far vedere e in genere di dire la propria su tutto, ma proprio tutto.
Questo per il popolo bue.
Poi ci sono i siti professionali, e in particolare quelli dei grandi gruppi editoriali, che fanno del web una parte fondamentale della propria offerta di informazione, e quindi del proprio business.
Bello.
Ma c'è un ma.
Comprendo le dinamiche economiche di oggi, e le difficoltà che ne derivano in questa crisi spaventosa e senza fine, ma si può comunque cercare di offrire interventi e informazioni di qualità senza sbracare a ogni piè spinto.
Intendo dire.
Se ogni giorno è necessario riempire pagine e pagine sul web, si può comunque cercare di evitare di colmare ogni piccolo angolo, al costo di propinare anche notizie, approfondimenti e informazioni al limite del grottesco. Soprattutto per quelle testate che hanno dalla loro autorevolezza, storia e tradizione.

Ieri salivo in ascensore con una collega per raggiungere il piano del mio ufficio - vado sempre per le scale, ma incontrandola davanti all'ascensore in attesa mi pareva brutto non salire con lei - e all'arrivo al piano le lascio spazio per farla uscire prima.
Niente di trascendentale, pura cortesia, come mi hanno insegnato.
Poi arrivo in ufficio e nel quotidiano volo pindarico sulle tragiche notizie mattutine, casco sopra questo intervento, di cui, scusate, proprio non capisco l'origine, il contenuto e il fine.
Allora due considerazioni mi sono venute alle labbra.

1- Ho 55anni, ho ricevuto un'educazione normale, rigorosa per alcuni versi, comunque attenta al rispetto degli altri. Che poi ci riesca non lo so, ma so di certo che i miei genitori hanno sempre, nei loro limiti storici e culturali, cercato di farmi capire che ci sono limiti nei propri comportamenti, e soprattutto ci sono regole di convivenza che passano anche attraverso 'gentilezze' che non pensavo dovessero turbare l'emancipazione femminile. Insomma di tutto mi sono preso nella vita, ma mai del maschio sciovinista.
2- Io credo che la la pratica del politicamente corretto a tutti i costi - nata giustamente in passato per tracciare contorni a una dilagante barbarie culturale nei confronti di tutti - stia diventando una 'follia' ingabbiata che viola le normali regole di convivenze. Credo che stiamo arrivando al parossismo e, se nessuno si offende, al ridicolo.

Io continuerò fino a quando potrò usare le gambe a salire a piedi le scale. Ma quando prenderò l'ascensore, oppure davanti a una porta, o in qualsiasi occasione in compagnia di una donna, io continuerò a darle spazio. Perché mi hanno insegnato così, perché è gentile, perché è galante (senza alcun obbiettivo recondito di molestia...).
Continuo a pensare che come insistiamo a mangiare con forchetta e coltello (senza alcun obbiettivo recondito di ammazzare chi pranza con noi) si possa anche manifestare gentilezza con qualche gesto, forse démodé, ma sicuramente apprezzato.
Il resto sono ciance, parole in libertà, fastidiose come una zanzara.

lunedì 24 giugno 2013

DieciDieciDieci....

Quando arrivava la pagella - ai miei tempi - era tutta un'agitazione, soprattutto mia.
Non sono mai stato uno dei 'migliori' a scuola, ho sempre navigato nel secondo gruppo, quelli medi, quello che andava abbastanza bene ma che non svettava per perfezione, dedizione, impegno e forse anche voglia.
Poi la politica (al liceo), portava via un sacco di tempo, oltre al fatto che comunque entravi nel grupo dei 'cattivi' e quindi un po' te la facevano pagare.
Oggi tutto è diverso, soprattutto perché le pagelle le ricevono altri, in famiglia.
E anche quest'anno è arrivata quella del genietto di famiglia, ormai in terza.

Premessa.
Andrea non dà problemi. Andrea è sveglio, molto. Andrea ha una proprietà di linguaggio che farebbe invidia a molti adulti che incontro ogni giorno in giro per il mondo. Andrea è curioso, approfondisce, studia, legge e non so che altro. E nel contempo gioca, si diverte, fa sport ed è sicuramente simpatico e non un nerd della peggiore risma. Andrea usa il computer. Andrea legge i libri e non solo i fumetti. Andrea guarda poco la tv, anche se vorrebbe di più. Andrea è affettuoso e dolce, almeno quando vuole, l'ideale. Andrea cresce, anche se di certo non è un colosso. Andrea odia il calcio, per la gioia di papà. Andrea vuole bene a sua sorella, anche se si beccano in continuazione, come in ogni relazione sana tra fratello e sorella. Andrea parla molto, a volte troppo, a volte troppissimo, ma è uno che non si fa mettere i piedi sulla testa.

Il fatto.
L'altro giorno sono andato a ritirare la pagella. Ero agitato io più di lui, lontano dalla città per una gita in oriente dai nonni.
Anche se sapevo che tutto sarebbe andato al meglio.
Mi siedo davanti alla 'commissione' di valutazione: la maestra principale e quella di inglese, che non conosco.
Ogni volta vengo accolto da 'non c'è niente da dire, Andrea va benissimo', e ogni volta mi penso 'beh parliamone lo stesso, godiamoci questi momenti...'.
Mi butta davanti la pagella, o come cavolo si chiama oggi.
E mi dice:
- Andrea è l'unico della classe che ha tutti dieci, mi comunica con un sorriso da orecchio a orecchio.
La maestra di Andrea è una persona entusiasta, che si vede ama il suo lavoro e fa del rapporto con i bambini una soddisfazione non solo professionale. Mi piace molto il suo modo di fare, veloce, essenziale, senza fronzoli e molto professionale, sebbene sempre con quella dose di 'affettuosità' che nel rapporto con bambini così piccoli credo sia fondamentale per la buona riuscita del proprio compito.
- Aldilà dei voti, nel commento si dice che partecipa con passione a tutte le attività. Forse anche troppo, visto che alcune volte sono costretta a 'spegnerlo'. A volte i suoi compagni gli dicono 'Andrea, fai parlare la maestra!!', visto che spesso si prende la scena in modo assoluto.
Ma ben venga, fossero tutti così..., conclude la tutrice che si vede benissimo che si diverte come una matta.

Conclusioni, almeno per quest'anno.
Io capisco che la terza elementare non è laurearsi in economia ad Harvard, ma ognuno ha i figli dell'età che ha.
Io sono molto orgoglioso di mio figlio, sì per i risultati scolastici, ma soprattutto per come sta crescendo, per le sue curiosità, per le sue sensibilità, per i suoi affetti.
Ora sta attraversando un momento - credo che stia salendo il suo prossimo 'scalino' - in cui manifesta una crescente aggressività, una voglia di farsi largo più accentuata. Io non sono padre di trecento figli quindi la mia esperienza è limitata, e soprattutto non opero nel mondo della psicologia infantile, ma credo che la sua personalità stia acquisendo maggiore chiarezza nei contorni e raggiungendo una più ampia autonomia. A costo di una maggiore ruvidezza che a volte lo rende un po' antipatico.

Ora finalmente si gode i suoi campus sportivi, un laboratorio al museo delle scienze, poi il mare con papà e mamma, e la montagna con uno dei due alternati.
E tra un po' anche i compiti delle vacanze, zero gioia e tanto 'dolore' dei bambini di ogni generazione.

Nel frattempo Bianca, alla fine del suo percorso della scuola materna, si gode inconsapevolmente gli ultimi attimi di totale spensieratezza, in attesa a settembre di cominciare il suo percorso scolastico vero.

L'anno prossimo, due pagelle due baci!!  

giovedì 20 giugno 2013

Homo selvaticus

Naked and afraid...ecco.
Mentre in ufficio sono alla ricerca di una notizia utile per un cliente, mi casca l'occhio, letteralmente, su questo link che ci presenta un promo di una trasmissione 'ammmmericana'.
Il classico, nuovo, innovativo e all'avanguardia reality.
Nudi e pieni di paura, dice il titolo, in cui qualche imbecille viene catapultato da qualche parte e costretto a vivere una vita da selvaggio nella giungla cercando di sopravvivere.
Almeno così intendo.
E poi, visto che il mondo è sempre meno capace di scopare ma sempre più pruriginoso e guardone, con i protagonisti della sensazionale avventura, spesso e volentieri nudi, proprio come i 'selvaggi', che poi sono più avanti ed evoluti di noi.
Il promo che potete avidamente scorpacciare qui sopra, ci fa vedere uomini aitanti e con pancetta e donne sempre più magre sempre più aggressive, alle prese con la vita di tutti i giorni e alla ricerca, sembra, della sussistenza per non morire di inedia oppure nel tentativo vano di ripararsi da possenti monsoni e acquazzoni ribelli.
I colori sono bellissimi, il posto deve essere una sorta di paradiso terrestre caraibico, i pesci abbondano e alla sera, immagino, si ritrovano tutti a cuocere il pescato/cacciato in grigliate un po' tristi e vintage.
Bene, questa la descrizione - per quello che ho inteso e visto - del promo.
Poi viene il resto.

Perché?
Con che fine?
Chi lo guarda?
Cosa ci porta?
Chissenefrega?
Lavorare mai?

Io sono ormai anziano, ho superato i 55, e punto ai sessanta con grande velocità.
Io non sono il target, come si dice in marketing.
Ma ugualmente mi pongo la domanda cosmica del perché esistano programmi televisivi simili, e soprattutto - perdonate l'irriverenza - chiccavolo li guarda.
Conosco qualcuno che sta per intraprendere una carriera nell'assistenza psicanalitica per fornire aiuto a chi ha bisogno di un sostegno terapeutico.
Lo invidio.
Diventerà ricco, anzi, ricchissimo.

mercoledì 19 giugno 2013

La semestrale...

Come ogni società quotata che si rispetti, alla fine di giugno esce la semestrale che fa il punto della situazione dell'andamento economico e finanziario dell'azienda, permettendo così a soci e  potenziali investitori di fare le proprie valutazioni.
Insomma si prende la temperatura alle aziende in modo da poter valutare il loro stato di salute e quindi la loro appetibilità di investimento.
Lo stesso faccio io - manco fossi la Sec o la Consob - rispetto ai miei figli.

Andrea spa.
Finita la scuola - sicuramente in modo brillante, ma lo sapremo proprio domani alla consegna delle pagelle - il principe ereditario sconta un po' di bollitura di fine anno scolastico, subito recuperata dalla prima settimana piena al campus sportivo.
Tennis, calcetto, piscina, rugby, pallavolo, pallamano, ginnastica, corsa...sono solo 'alcune' delle discipline che affronta tutti i giorni, che alla fine della settimana vengono riassunte in un saggio - balletto ginnico un po' del cavolo - che conclude l'impegno fisico.
Il luogo è molto bello, conosciuto a Milano per la sua storia di struttura sportiva, vicino a casa e quindi facilmente raggiungibile dai genitori sempre in affanno di tempo.
Ma c'è un ma.
Come dice mia moglie, Andrea sembra attraversare una crisi adolescenziale prima di essere adolescente.
Da qualche settimana è aggressivo, irritabile, irrispettoso, antipatico con sua sorella che ha tutte le colpe del mondo, ma lo adora alla follia.
Sta cambiando, molto velocemente, acquistando una sua personalità più marcata - meglio - unita a una forma di irritazione che lo rende a volte odiosetto.

Bianca inc.
Le performance della principessa sono come sempre a corrente alternata. Si è molto avvicinata al suo papà, che sarei io, eliminando se non completamente, quasi tutti le sue odiose asperità che mi tenevano lontano da lei.
Ma quando vuole marcare il territorio, fa riemergere il peggio di sé, sconvolgendo equilibri, umori e armonie.
La cosa più affascinante è che dietro a quella scorza dura come il granito, si manifesta sempre di più un animo gentile, poetico, intellettualmente seduttivo.
Ti chiama e ti dice, all'improvviso, che 'il panorama sembra un quadro appena dipinto' oppure che 'gli alberi e gli uccelli sono bellissimi e fanno sognare'.
Di fronte a queste forti discontinuità si rimane sbalorditi, a bocca aperta, incapaci di commentare. Una sorta di Jekyll e Hide fatti a bambina.

Entrambi comunque crescono, forgiano il loro carattere, sviluppano le loro curiosità, vivono le loro delusioni...

Allo scadere dell'anno si presenteranno i bilanci e vediamo come è andato l'anno.
Anni difficili...

martedì 11 giugno 2013

Un uomo...

Oggi è l'undici giugno.
L'11 giugno di ormai troppi anni fa - era il 1984 - Enrico Berlinguer pensò bene di lasciarci, dopo il malore durante il comizio di Padova.
Sono quasi trent'anni quindi, che uno dei più grandi uomini politici del novecento ci ha lasciato.

Un uomo che ha segnato la politica del dopoguerra, un uomo che ha previsto l'allarme 'morale' del paese e in particolare del mondo politico.
Un uomo, o meglio un comunista, che ha saputo rileggere la storia, rivedere gli incagli ideologici, e proporre e riproporre un nuovo modo di assaggiare la speranza di un mondo migliore e più giusto.
Un uomo che è riuscito a sconfiggere la destra più retriva e bigotta, e combattere - forse ancora più tenacemente - la deriva estremista e terrorista cosiddetta 'comunista' che ha messo in ginocchio il paese, tutto a favore della reazione e di chi voleva riportare indietro il paese.
Un uomo pacato, dolce, gentile.
Un uomo che a noi giovani sapeva parlare, con rigore, con determinazione, con una straordinaria capacità di comprendere le esigenze e i sogni delle nuove generazioni.
Un uomo che ha portato il partito a consensi oltre ogni barriera ideologica - al tempo altissime! -, raccogliendo voti e apprezzamenti da tutti i ceti e tutti gli orientamenti politici e religiosi.
Un uomo, un comunista...

martedì 4 giugno 2013

Sole in Val Padana...

La vita è complicata, e questo si sa.
Gli impegni, gli stress, il lavoro, la crisi, quella faccia di palta che imperversa in tv, quell'altro che urla con la bava alla bocca insultando tutti...insomma una vita complicata, difficile.
E quando succede qualcosa di bello - bisognerebbe fare una campagna di comunicazione sul riutilizzo di questa parola - quasi ti meraviglia e, in minima parte, ti senti anche un po' in colpa, in pieno spirito cattolico trasmesso da anni di catechismo talebano.

Tutto questo pistolotto introduttivo (non avete idea di quanto mi piaccia scrivere, non lo immaginate proprio) è solo per raccontare a chi per caso mi legge della giornata di sabato. E come sempre per lasciarne traccia.
Una di quelle giornate 'perfette', che a volte capitano, e che ti lasciano alla fine un senso di serenità frammezzato da quella giusta quantità di malinconia.

Ritornare alle proprie origini.
Ritornare alla propria 'terra'.
Ecco cosa è successo.
Una giornata in compagnia dei pochi parenti rimasti, nella Bassa, tra le strade, i paesi e i campi concimati dei luoghi originari dei miei. E in particolare di mia madre.
Rivedere le case e le cose, teatro della mia infanzia e di buona parte dell'adolescenza, dopo decenni, è stato un tuffo nel passato, un salto verso ricordi ed emozioni bellissime e che si sono rincorse per tutta la giornata.
E poi le zie anziane, ancora in gamba!, i cugini, le loro mogli, i figli ormai grandi mai conosciuti prima, e poi i cani, i campi, la vecchia scuola...
E poi i ricordi più struggenti, come la casa di mia madre, direttamente sul fiume, e farla vedere ai miei figli perché si ricordino almeno quella, visto che la nonna ha pensato bene di lasciarci prima della loro nascita.
Uno scombussolamento continuo, un riversare di budella violento, una voglia di piangere e di ridere in contemporanea...una giornata piena.
E poi una cosa importante.
Ritrovarsi a parlare, senza barriere, senza recitare 'la parte' di tutti i giornali, senza occupare il proprio posto e difenderlo. Stare insieme solo per il piacere di farlo. Non capita più tanto spesso...
Bellissimo rinciucchirsi di ricordi, di aneddoti, di vino e di salame nostrano.
Alla sera, a casa, sfinito, ubriaco di odori e di parole.
Con il cuore che ha continuato a battere forte, per ore.

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...