mercoledì 29 maggio 2013

Nuovo mondo

C'è una sorta di misurata dolcezza nella malinconia e nello struggente ricordo del passato.
Insieme anche a quella voglia di dolore che si attenua solo con la distrazione.
Ma è anche vero che se si riesce, non solo a distrarsi, ma a 'eliminare' una delle fonti di tristezza nel cuore, forse si riesce a vivere un po' meglio e lottare con più serenità nella giungla d'asfalto che ci circonda.
Poche balle e arriviamo al sodo.

Le visite di questi ultimi mesi alla casa di famiglia, ormai desolatamente vuota, sporca, e soprattutto disabitata da chi negli ultimi cinquant'anni l'ha resa viva, erano diventate sempre di più una sofferenza forte, un pugno nello stomaco difficile da assorbire.
L'ultima operazione - lo smantellamento scellerato di tutti gli armadi a muro di artigianale fattura - è stata vissuta da me come una vera e propria ferita ulteriore, conclusiva, da quando mio padre ci ha lasciato in quel modo repentino e anche un po' 'violento'.
Negli ultimi mesi i ricordi sono diventati sofferenza vera, e non una consolazione per un passato che non torna più.
Sono stati attimi - o meglio mesi - in cui tutto ha cominciato a rotolare, trascinandomi in una vera e propria 'depressione' post lutto, facendomi rivivere quegli ultimi attimi di vita dei propri genitori.
Cosa strana la mente dell'uomo.
Perdi tua madre e poi tuo padre, e la capacità - o meglio la necessità - di reazione ti dà la sensazione che si abbia una forza soprannaturale che ti permette di superare tutto, quasi con facilità. Si ha quasi la certezza nel proprio cuore che in fondo anche gli affetti, quelli più intimi, si possano aggirare facilmente, e possono essere 'sostituiti' da quelli che vengono dopo, da quelli di oggi. Ci si consola, quasi con leggerezza e superficialità.
Bestemmie vere e proprie, non c'è dubbio, frutto solo della voglia di sopravvivere, di continuare ad andare avanti, nonostante tutto.
Ma a un certo punto paghi dazio. Con i tempi e i modi che ognuno si dà.
E io ho pagato tutto in questi mesi, da Natale a oggi. Sofferenza pura, dolore fisico, malattie continue, voglia di scomparire... Difficile, molto difficile.
Poi, però, succede qualcosa, scatta un interruttore, e riprendi a respirare.

Finalmente la casa di famiglia è passata di mano, liberando un po' di risorse economiche (neanche tante...) ma soprattutto togliendo dalla mente, e dagli occhi!, quella obbligata visione di quelle stanze vuote, morte, ricche solo di voci quasi dimenticate.
Ora il passato, quello fatto di cose, è sepolto, definitivamente.
Ora quelle immagini non esistono più.
Rimangono ricordi, belli e brutti!, spezzoni di vita qualunque, voci sullo sfondo, colori sbiaditi e odori attenuati, e tanto amore.
Solo nella mente.
Inizia un nuovo mondo.

sabato 25 maggio 2013

Teletrasporto? Sì, grazie

Queste giornate solo con gli Squali sono sospese.
Ora Andrea, alle prese con la sua consuete improvvisa, violenta e devastante influenza, si abbevera alla fonte degli antibiotici rituali cercando di rimettersi prima dell'inizio della settimana. Nervoso come una bestia, come ogni volta che prende queste diavolerie a innesco chimico.
E allora?
Allora, complice anche 'sto tempo assurdo, la sorella - un po' per solidarietà un po' perché è nata così di suo - assorbe tutto il pessimo umore del fratello aggiungendone quanto riesce a generarne in totale autonomia.
Bellissimo, clima idilliaco. Sembra quasi stare in Yugoslavia durante la guerra.
Io poi, essendo loro padre - se la genetica ha il suo senso - non è che ho lo spirito del santo d'Assisi, e quindi aggiungo del mio.
Clima faticoso, notti insonni per i disturbi continui del malato, nervoso a mille.
Un tranquillo weekend di paura.
Questi pediatri che al minimo problema elargiscono antibiotici fintamente risolutivi mi fanno sempre un po' pensare, soprattutto per la loro superficialità e prigrizia culturale.
Avessimo più aiuto - e soldi - nelle situazioni d'emergenza forse ci si limiterebbe ad aspettare che il morbo si dissolva e che la situazione torni alla normalità in autonomia.
Intanto Andrea si aggira per la casa dicendo che, grazie alla febbre, è già cresciuto di oltre 10 centimetri (!). 
Generazione dopo genrazione, gli obbiettivi sono sempre gli stessi...
Io attendo, con terrore, la fine di questo meraviglioso clima e l'arrivo dell'odiato caldo, sole, umido, afa...

domenica 19 maggio 2013

Olimpiadi de noantri

Bianca è tornata finalmente dalla sua settimana in trasferta.
Sabato con striscione di benvenuto e collane di fiori (di carta!) hawaiane e mamme con gli occhi lucidi come quando i figli tornavano dal fronte il pulman ha solcato il cancello della scuola materna scaricando frotte di bambini vocianti e eccitati a dismisura.
Bianca ci ha raccontato di gite alle isole, motoscafi velocissimi, disegni fatti apposta per noi, serate danzanti, smalto sulle unghie e grandi camminate. E naturalmente di grande pioggie!
E dopo il sabato tra ritorni a casa e partite di basket, una domencia all'insegna di altre discipline olimpiche come il nuoto.
Gare di fine corso alla,piscina regolarmente frequentata da oltre un anno.
Andrea che affonda in stile libero e svetta in dorso, mentre Bianca con la sua collega di corso riesce a fare un pezzo vasca per poi finirla semi-attaccata al bordo.
Grandi applausi, grande agitazione di chi sapete, grandimfette biscottate con nutella alla fine e soprattutto...MEDAGLIE!
Una giornata trionfale, in cui i due eredi si sono distinti per tenacia e dedizione, e anche un po' di imbranataggine endogena da cui non si libereranno mai.

sabato 18 maggio 2013

Sono da ricoverare e buttare via la chiave

In diretta dalla sfida di basket. 
Andrea è molto felice di questa continua lotta contro se stesso. 
Non è un 'fisico' e forse non lo sarà mai. 
Ma si diverte e questo è importante. 
Almeno spero. 
Gli altri, sia della sua squdra sia gli avversari, mi sembrano talmente grandi, forti, giganti quasi. 
Io sono scemo e quindi, as usual, mi agito e mi preoccupo quando invece dovrei solo essere felice per lui. 
Mio padre quando mi veniva a vedere giocare i tornei di tennis da una parte non capiva niente di uno sport lontano anni luce da lui, dall'altra interveniva e faceva pure critiche. 
Dio che sofferenza. 
Penso che ricomincerò a fumare...

giovedì 16 maggio 2013

Meglio di così...

Cioè...come dire...almeno una cosa giusta è stata fatta.
Le notizie che giungono dal fronte - Scuola Natura sul lago Maggiore - dove Bianca è impegnata nella sua prima settimana in viaggio da sola, sono veramente strabilianti.
O meglio, una conferma di tutto quello che si sa giá di quel fenomeno che è mia figlia.
Meglio di così...
Puntualmente, grazie alle nuove tecnologie, possiamo:
- telefonare in orario prestabilito;
- ricevere e scrivere email che aggiornano sullo stato dei lavori;
- ricevere sempre via email o mms foto di vita vissuta dal buen ritiro;
- chattare con le maestre.
Meglio di così...
E così veniamo a sapere che la donna dai capelli rossi è la più autonoma di tutti, non fa un capriccio, è sempre al centro delle attività e non ha alcun cedimento.
Meglio di così...
Purtroppo il tempo carogna di questa primavera insopportabile rende la parte finale della settimana di soggiorno più complicata, ma penso che questi tre giorni che mancano al rientro confermeranno le buone impressioni raccolte fino a oggi.
Vediamo sabato con che piglio riprenderà la vita normale di tutti i giorni e come sarà l'impatto con il fratello che, nel frattempo, si è allargato a dismisura e continua ad aggirarsi per casa, complice un preoccupante sorriso satanico, gridando "come è bello essere figlio unico, come è bello essere figlio unico...".
Mai un momento di noia!!
Meglio di così...

domenica 12 maggio 2013

In viaggio senza papà

Momento topico per il papà non più ragazzino...
Bianca domani se ne va per una settimana, in vacanza sul lago di Garda Maggiore, come dice lei, per una settimana di vacanze con la scuola.
Una settimana, lontana da casa, senza di noi, per la prima volta.
Ricordo la prima volta che ho lasciato la famiglia, e non avevo cinque anni!, per la classica settimana bianca, in prima media.
Sono giorni che vive un'eccitazione straordinaria, una formidabile agitazione, in attesa di domani.
La valigia è pronta da giorni, anche se ogni giorno è oggetto di ispezioni, nuove valutazioni, sostituzioni, aggiunte, defezioni...
Stasera, l'ultima serata, dopo che mi ha volutamente ignorato per tutta la giornata, ha voluto sedersi sul divano, 'tra mamma e papà', come ha detto lei, facendosi fare coccole e carezze fino all'ora del sonno.
Una settimana senza di lei, e lei senza di noi. Tornerà tra una settimana, più grande, più forte, più 'donna'.
Uno di quegli scalini che i bambini superano, e che poi dimenticano, immediatamente, per attaccare la prossima impresa.
E' bello separarsi per poi ritrovarsi.
Intanto il fratello affila le armi, fa progetti per questa settimana, invita amici, allarga la sua sfera di influenza...è uno spettacolo di opportunismo, di cinismo e di affetto vero.

domenica 5 maggio 2013

Milano, Hollywood

A volte stare con i propri figli riserva sorprese formidabili, al limite dei libri di Liala.
Un sabato mattina, un sabato qualunque, in casa, in attesa della nuova lavatrice, una sorta di messia che risolverà tutti i problemi accumulati - sotto forma di vere e proprie colline di panni sporchi - in questi giorni di mancanza di tecnologia al servizio dell'igiene.
Mi ritrovo in sala con mia figlia - sempre più ragazza - alle prese con l'eccitazione dell'attesa della consegna.
E a un certo punto mi butta lì:
- Papà, sentiamo il cd con le musiche di Natale?
Io la guardo, un po' stralunato. Insomma è vero che la primavera stenta a farsi vedere, ma il clima natalizio è ormai passato da un pezzo e lanciarsi in canti natalizi - in inglese, perché noi siamo una famiglia all'avanguardia, mica dilettanti - all'inizio di maggio mi sembra un po', come dire, distonico. Ma siccome ormai comincio a conoscere mia figlia e le sue 'creatività' cerco di seguirla.
- Ok. Mettilo su tu, ormai ci arrivi.
Fa tutto lei, sfila, infila, schiaccia, e poi, comincia a ballare.
Io la guardo, lei si agita, si gira, si avvita, gioca, è una gioia per gli occhi.
Poi mi allontano, il telefono mi reclama, e la musica in sottofondo fa da colonna sonora.
La telefonata si conclude velocemente e sento Bianca chiamare:
- Papààà, vieni?
Io esco dalla stanza per andare in salotto.
Lei mi viene incontro, con un sorriso tutto un programma.
-Papà, balliamo?
Io mi congelo sul posto, come uno stoccafisso nel freezer. Io che sono presidente assoluto della lega contro il ballo...
Mi guarda come Grace Kelly in 'Caccia al ladro', io la guardo come Gary Cooper in 'Mezzogiorno di fuoco' e poi senza preavviso cominciamo in un lungo e appassionato ballo come fossimo Fred Astaire e Ginger Rogers.
Mi passa dietro, incrociamo le mani, passi di polca, valzer, twist e danza classica, tutto unito in un'unica canzone natalizia di ritmo assonnato.
Lei ride, io rido, e verso la conclusione - anche per salvare la mia schiena urlante - la prendo in braccio per un appassionato giro finale stretti stretti.
La musica svanisce, io la guardo e lei mi guarda, divertita e poi mi stringe al collo fino all'asfissia, bisbigliando - manco fosse Rita Hayworth in 'Gilda' - ti voglio bene, papà!
Ecco, io sono a posto almeno fino alla fine di questa maledetta primavera.
Felice.

venerdì 3 maggio 2013

Selettività e amicizia

Grazie al primo maggio e a un pomeriggio soli soletti Andrea e io, improvvisamente è partita una discussione intensa e molto 'adulta' sul tema della selettività delle amicizie e delle semplici conoscenze.
Il tema è molto caro al vecchio papà che ha fatto della sua vita una selezione continua e reiterata e che mette in discussione tutti i giorni vista la 'straordinaria' platea che il mondo oggi è.
E comunque il problema non è mio - uomo adulto che può scavarsi la fossa come vuole - ma di Andrea, 8 anni, che deve sì seguire i suoi 'gusti', le sue tendenze e le sue propensioni, ma deve sapere muoversi nella sua cerchia con attenzione e abilità.
Lui non gioca a pallone, e questo è già un problema.
Lui non ama il casino e la fisicità.
Adora usare il cervello (bene o male non ha importanza), leggere, va bene a scuola, lo chiamano il 'Genio'; insomma è il classico ragazzetto intelligente, veloce con la testa e un po' imbranato con il fisico. Senza essere, almeno per ora, il 'secchione' rintronato.
Lui ama fare certe cose, ma si sa, in una comunità è necessario avere la capacità di fare un passo indietro rispetto alla proprie convinzioni, perché il rapporto e il confronto con il mondo è fondamentale, oltre che strumentale al vivere e al crescere.
La discussione è durata quasi mezz'ora, in cui lui, pur capendo le mie argomentazioni, non ha fatto un passo indietro rispetto a quanto pensava, guardandomi come un intruso nella sua vita privata.
Difficile, maledettamente difficile parlare con un bambino. Cercando di orientarlo senza imporre proprio un bel nulla.
Io mi sento sempre inadeguato, inopportuno, troppo 'adulto', e penso sempre di suggerire solo comportamenti e idee sbagliate.
E siamo solo all'inizio e il mio decadimento fisico e mentale invece procede senza distrazioni.
Chissà, chissà...domani..., cantava Dalla.

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...